Medico accusato di spaccio Confermati i domiciliari

Resta agli arresti domiciliari Giorgio Sepcic Bercic, il medico di famiglia indagato per spaccio di stupefacenti. Lo ha deciso la Sezione del riesame del Tribunale che si è riunita in Camera di...
Lasorte Trieste 01/10/14 - Tribunale, Allarme Bomba, ore 9.25
Lasorte Trieste 01/10/14 - Tribunale, Allarme Bomba, ore 9.25
Resta agli arresti domiciliari Giorgio Sepcic Bercic, il medico di famiglia indagato per spaccio di stupefacenti. Lo ha deciso la Sezione del riesame del Tribunale che si è riunita in Camera di consiglio, respingendo la richiesta del legale del dottore, l’avvocato Paolo Codiglia. È quanto si apprende dal Palazzo di giustizia, dopo l’ultima udienza che ha analizzato il caso Bercic.


Il medico, dunque, non potrà ancora riprendere la propria attività nell’ambulatorio di via Cicerone: la misura cautelare disposta nelle scorse settimane dal gip Laura Barresi, su richiesta del pm, resta intatta. Analogamente alla sospensione provvisoria dall’attività professionale decretata dall’Ordine dei medici.


Bercic, 54 anni, era stato indagato dalla Procura perché aveva prescritto decine e decine di ricette di ossicodone a persone tossicodipendenti. Le autorizzazioni, stando alle indagini, erano prive di un piano terapeutico appropriato. Anche perché il farmaco è un potente oppiaceo analgesico narcotico, simile alla morfina, usato in genere per i dolori intensi di natura oncologica e neuropatica, anche dai malati terminali. Ma i tossicodipendenti talvolta assumono il medicinale come sostitutivo dell’eroina o come droga a sé. La sostanza, come noto, crea dipendenza. Una droga a tutti gli effetti, insomma, che negli ultimi anni ha preso piede pure tra i più giovani, sempre alla ricerca di nuove modalità con cui sballarsi.


L’indagine era cominciata per effetto degli accertamenti dell’Asuits: agli occhi dei responsabili delle procedure di verifica non era passato inosservato il considerevole incremento di soggetti assistiti dal Sert che, accanto alle terapie somministrate dal personale sanitario, assumevano rilevanti quantitativi di ossicodone. Il consumo del farmaco era sorprendentemente aumentato a partire dal 2014.


Analoghe segnalazioni erano partite da alcuni farmacisti del centro che si erano trovati dinnanzi a numerosi tossicodipendenti muniti di prescrizioni per la fornitura di Oxycontin. Le indagini della polizia hanno accertato che i medicinali prescritti da Bercic spesso venivano poi rivenduti da vari spacciatori, già noti alle forze dell’ordine.


L’inchiesta della Procura dovrà comunque chiarire se pure il medico, in qualche modo, abbia ottenuto un vantaggio economico dalle ricette di stupefacente che sfornava a ritmo praticamente quotidiano.


Dalle intercettazioni, così come dalle registrazioni video e dai pedinamenti degli agenti della Squadra mobile, è stato scoperto che il medico di via Cicerone per compilare le autorizzazioni usava spesso il nome e il timbro di altri colleghi. In altre circostanze il dottore le intestava ad altri pazienti o, ancora, a persone già morte.


(g.s.)


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