Medici di base e vaccini, c’è la bozza dell’accordo: rimborsi da 6 a 25 euro
TRIESTE Tre pagine di bozza di intesa. Dall’organizzazione delle attività alle sedi in cui vaccinare, fino al compenso: da un minimo di 6,16 a un massimo di 25,06 euro lordi. La Regione ha trasmesso alle organizzazioni sindacali di categoria la proposta di accordo per il coinvolgimento dei medici di medicina generale, su base volontaria, nella campagna di vaccinazione anti-Covid in Fvg.
Giovedì 11 marzo alle 12 è in programma il gruppo tecnico ristretto, vale a dire il tavolo regionale con la componente di parte pubblica e i rappresentanti sindacali che si confronterà sui contenuti del documento.
Nel testo si precisa che l’obiettivo è di disciplinare l’inserimento dei circa 900 medici di base della regione nella campagna «al fine di incrementare il numero di assistiti da sottoporre a trattamento vaccinale anti-Sars-Cov2 ricompresi nelle specifiche popolazioni target e secondo i livelli di priorità indicati dal piano strategico nazionale per limitare il contagio». In questa fase si tratta di coprire con il vaccino gli over 80 fragili e i non deambulanti già seguiti a domicilio perché impossibilitati a muoversi. Nella bozza si precisa che l’intrasportabilità viene riconosciuta in presenza di almeno due condizioni tra limitazioni alla mobilità personale, utilizzo di presidi salvavita da parte del paziente e presenza di importanti barriere architettoniche invalicabili anche con ausili.
A seconda della sede in cui somministrare la dose, sono previsti importi diversi. La Regione propone 6,16 euro per una vaccinazione effettuata nei locali delle Aziende sanitarie, come da accordi nazionali, di 10 euro se invece nello studio del medico o in quello dell’organizzazione in cui opera e di 25,06 euro se si rende necessario recarsi in casa dell’assistito, quota comprensiva dei 18,90 euro del compenso per l’assistenza domiciliare programmata. Riccardo Riccardi attende il confronto tecnico odierno prima di esporsi sulla trattativa. «Cercheremo di capire le proposte da parte sindacale», si limita ad anticipare il vicepresidente nel giorno in cui viene però fatto il punto proprio sulla vaccinazione a domicilio degli over 80.
A prenotarsi sin qui sono stati circa 7.200 residenti con previsione di doppia dose somministrata per tutti tra fine aprile e metà maggio. Si tratta di meno della metà dei 15mila “fragili” inizialmente stimati perché alcuni si sono mossi in autonomia e per altri verranno messi a punto dei trasporti protetti. Gli interessati alla vaccinazione a domicilio nel territorio di Asugi sono 2.800 persone. «Si è visto che il tempo medio per vaccinazione, se compiuta in contesto urbano, è di circa 45 minuti, che sale fino ad un'ora se eseguita in contesti più periferici – informa l’assessore –. Con il sostegno dei medici di medicina generale, ad ognuno dei quali verrebbero affidati da dieci a venti pazienti a testa, l'operazione di vaccinazione a domicilio si potrebbe concludere entro metà maggio».
Ma i mmg ci staranno? Davanti alla bozza pare esserci un’apertura. «Gli importi non li commento - dice il segretario Fimmg di Trieste Francesco Franzin -, ma mi pare che nel nostro ambulatorio e nei locali dell’Azienda si possa procedere speditamente». La perplessità riguarda proprio il vaccino a domicilio: «Non è che non lo vogliamo fare, ma lo riteniamo logisticamente complicato». Per il presidente regionale dello Snami Stefano Vignando gli importi «possono andar bene», ma i dubbi riguardano il mancato coinvolgimento di altre professionalità prima dei mmg «già oberati di lavoro». Vignando spiega di ritenere «molto riduttivo» il riferimento all’assistenza primaria «quando sarebbe più opportuno un accordo complessivo con tutta la medicina generale convenzionata. Considerando anche i medici di continuità assistenziale, le Usca quando non in servizio, i corsisti Ceformed e i medici nelle graduatorie di disponibilità per il territorio, si eviterebbe di gravare su chi ha davvero poco tempo a disposizione. Non sono ragioni sindacali, ma di buon senso».
Mentre l’Ue è riuscita a strappare una fornitura di ulteriori 4 milioni di dosi di Pfizer (532mila verranno distribuite al nostro Paese, in proporzione per il Fvg potrebbero essercene circa 11.500), a richiamare l’urgenza del vaccino è il presidente della Federazione regionale degli Ordini dei medici Guido Lucchini, dispiaciuto di aver visto alcune «situazioni di antagonismo tra organizzazioni sindacali. Vaccinare contro il Covid è una priorità assoluta – incalza in una lettera agli interessati –. La Federazione ritiene questo obiettivo primario e richiama gli iscritti a tenerlo ben presente e a dare la loro disponibilità per quanto possibile a che la campagna si concluda nella maniera più efficace, che non significa presto, ma soprattutto bene. Il tutto dando per acquisita la presenza dei colleghi in attività, sia con rapporto di lavoro dipendente, sia convenzionati, sia professionisti puri». Intanto, sul fronte delle strutture per i vaccini, a Gorizia si stanno allestendo i box in Fiera, punto di riferimento per tutto il Goriziano dopo la scelta di abbandonare l’opzione palestra Ugg —
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