Medaglia del Cremlino a Kusturica: «Putin porta equilibrio nel mondo»
ZAGABRIA. Vladimir Putin ha consegnato a Emir Kusturica un riconoscimento: l'Ordine dell'Amicizia. In una cerimonia al Cremlino che l’ha visto consegnare dei riconoscimenti a cittadini stranieri per i loro successi nel promuovere pace, amicizia, cooperazione e comprensione reciproca tra i popoli, il presidente russo ha offerto al regista serbo una medaglia «per il suo contributo al rafforzamento dell'amicizia tra i popoli e alla diffusione della lingua e della cultura russa nel mondo», come riporta il quotidiano belgradese Blic. Nel ringraziarlo (in russo), Kusturica ha detto che Putin «ha portato equilibrio nella politica globale» e che il premio ricevuto a Mosca è per lui «un grande riconoscimento». «I miei film sono in serbo, uno è in inglese. Bisogna che ne giri uno in russo e uno in francese», ha proseguito Kusturica aggiungendo di voler andare «più spesso» in Russia e realizzare là un lungometraggio. «Ho molte idee, non so cosa scegliere al momento», ha detto il regista, il cui ultimo film - "Sulla Via Lattea" - è stato presentato alla Mostra di Venezia.
Nato a Sarajevo nel 1954, Kusturica sembra portare avanti due carriere parallele, quella di regista acclamato e premiato a Cannes con la Palma d'oro, e quella di persona politicamente impegnata e dalle posizioni controcorrente, per non dire controverse. In una parabola che negli anni lo ha portato a diventare un paladino del nazionalismo serbo, Kusturica ha rinnegato le sue origini bosgnacche (musulmane) per farsi ribattezzare "Nemanja" con rito ortodosso; ha fondato dal nulla una cittadella alla memoria dello scrittore serbo Ivo Andric (Andricgrad) ed è diventato amico e sostenitore del leader serbo-bosniaco Milorad Dodik (lo stesso che ha organizzato un referendum che la Corte costituzionale di Sarajevo aveva vietato).
La dichiarazione secondo cui Putin porta «equilibrio» nella politica mondiale è solo l'ultima espressione (e nemmeno la più forte) del Kusturica “politico”. Il primo atto è appunto la conversione alla fede ortodossa, avvenuta nel 2005 a Herceg Novi in Montenegro. Emir diventa allora Nemanja e il suo attivismo si fa sempre più presente. Si schiera contro l'indipendenza del Kosovo (dichiarata unilateralmente nel 2008) e, nel 2011, dopo l'arrivo al potere di Dodik nella Republika Srpska (l'entità serba della Bosnia-Erzegovina), inizia la costruzione di Andricgrad, set cinematografico diventato cittadella turistica. E pazienza se il quotidiano francese Le Monde l’ha definita «follia che puzza di nazionalismo»: è stata inaugurata da Dodik e Kusturica il 28 giugno 2014, in una cerimonia parallela a quella che a Sarajevo, quello stesso giorno, commemora il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale. La cittadina, che nelle intenzioni del regista dovrebbe «far splendere lo spirito della Republika Srpska», si trova a pochi chilometri da un altro set diventato "villaggio etnico": Drvengrad (chiamato anche Küstendorf), stavolta in Serbia. Costruito inizialmente per le riprese di “La vita è un miracolo” (2004), Drvengrad è oggi sede di un festival annuale di musica e cinema, nonché luogo di residenza dello stesso Emir/Nemanja. È infatti dai boschi della Serbia che Kusturica esce per suonare con la sua No smoking Orchestra o per presentare i suoi film alle kermesse internazionali. Con l'ultimo nato, il regista sperava in un ritorno da protagonista sui tappeti rossi europei. Per ora, il riconoscimento è arrivato dalle mani di Putin.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo