Mazzette e regali nel subappalto: indagati dirigenti della Fincantieri
VENEZIA. Benvenuti nel Pianeta Fincantieri di Porto Marghera. Operai bengalesi e albanesi sfruttati e pagati anche 4 euro all’ora da imprenditori connazionali. Funzionari e dirigenti di Fincantieri disposti, da un lato, a chiudere un occhio e, dall’altro, a ricevere mazzette o regali dalle imprese sub-affidatarie, per consentire loro di completare i lavori in più ore rispetto al monte-ore stabilito dal contratto. Un imprenditore bengalese arrestato, 34 le persone indagate. Ventidue sono i responsabili legali, bengalesi e albanesi, di 19 imprese, quasi tutte con sede nel Veneziano, dei sub-appalti della cantieristica navale. Dodici sono funzionari e dirigenti della Fincantieri. Tra loro Antonio Quintano (52 anni, di Oriago di Mira), direttore di stabilimento, che proprio ieri ha partecipato a Marghera al varo della Costa Firenze, senza però fare cenno all’inchiesta che lo vede coinvolto. I 34 sono accusati, a vario titolo, di sfruttamento della manodopera, corruzione tra privati, dichiarazione fraudolenta e fatture false.
Tra gli indagati figurano anche due triestini: Carlo De Marco, ormai in pensione, in passato direttore dello stabilimento di Monfalcone e fino al 2017 vicepresidente senior per le operazioni (con Fincantieri, De Marco mantiene un rapporto di collaborazione) e Paolo Reatti.
Lo sfruttamento
Ieri mattina sono state 80 le perquisizioni dell’inchiesta eseguite su ordine del pubblico ministero Giorgio Gava dal Nucleo di polizia economica e finanziaria della Finanza di Venezia, tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Campania, Puglia e Sicilia. I finanzieri sono entrati nelle sedi di Fincantieri di mezza Italia (accessi anche al Palazzo della Marineria di Trieste, ndr). La scorsa estate, a dare il la alle indagini, era stata la denuncia presentata da oltre venti operai stanchi di essere sfruttati e di lavorare per prendere - quando andava bene - 6 euro all’ora, in alcuni casi 5 o anche 4. I controlli della Finanza hanno permesso di svelare il sistema della “paga globale”. Le aziende - tra queste Gold Bengol, Hera Cruise, Arcobaleo, Cnb, srl con sede tra Mestre e Marghera - risultavano pagare i dipendenti in modo corretto ma, attraverso l’introduzione di voci fittizie come la trattenuta per un anticipo del Tfr dato in passato o indicando un numero di ore lavorare inferiore al dato reale, dimezzavano di fatto lo stipendio dei lavoratori, che spesso erano obbligati a retrocederlo. In alcuni casi i datori di lavoro trattenevano anche gli 80 euro voluti dal governo Renzi, portandoli poi in detrazione fiscale. E’ in questo quadro che, con ordinanza del gip Francesca Zancan, è stato messo ai domiciliari l’imprenditore bengalese Mohammad Shafique (44 anni) sottoposto a un sequestro preventivo di 200 mila euro per sfruttamento di manodopera.
La corruzione
Sfruttamento e corruzione, che chiama in causa funzionari e dirigenti della società che, tra il 2015 e il 2019, hanno lavorato o avuto rapporti con lo stabilimento di Marghera. Stando al quadro tracciato dalla procura, in cambio di somme di denaro (piccole dazioni di 3-5mila euro), regali come un orologio o un computer, chiudevano un occhio sullo sfruttamento del lavoro e garantivano un prolungamento del monte ore inizialmente stabilito per completare un appalto aumentando così gli introiti per le aziende. In altri casi il regalo o la somma di denaro arrivava in cambio dell’iscrizione dell’azienda nell’elenco dei fornitori consultato da Fincantieri.
GLI indagati
I dodici funzionari e dirigenti sono tutti indagati per corruzione tra privati e, con l’eccezione di Andrea Bregante (42 anni, di Chiavari, oggi responsabile degli acquisti del cantiere di Castellamare) sono indagati anche in concorso per sfruttamento del lavoro. Oltre a Quintano ci sono Francesco Ciaravola (50 anni, di Castellamare di Stabia), responsabile del Centro Bordo di Marghera. E ancora: Vito Cardella (44 anni, di Palermo), Carlo De Marco, triestino di 72 anni, Luca De Rossi, 50enne di Mira, Alessandro Ganzit, 40, di Tavagnacco (Udine), Paolo Reatti, 55 anni, di Trieste, Matteo Romeo (48, di Treviso), Massimo Stefani (48, di Fiesso d’Artico), Mauro Vignoto, 49 anni di Spinea, e Francesco Zanoni, 65, di Mirano. Indagati che ora potranno cercare di dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.
L’azienda
Notizia dell’indagine arrivata in un giorno di festa, a Marghera, per il varo della Costa Firenze, e a pochi giorni della consegna della Carnival Panorama. In una nota Fincantieri «rivendica la propria estraneità rispetto ai fatti cui le indagini si riferiscono. Stiamo assicurando piena collaborazione agli inquirenti e auspichiamo che verrà dimostrata la completa estraneità dei propri dipendenti. Laddove invece le accuse venissero confermate, la società adotterà immediati provvedimenti nei confronti di dipendenti che si fossero resi responsabili di condotte illecite, lesive dell’immagine della società». —
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