Mazzette dopo i controlli fiscali, finanziere in carcere

Fabio Latini, maresciallo capo alla prima compagnia della Guardia di finanza, è stato arrestato nella caserma di molo Fratelli Bandiera mentre riceveva da un commerciante una mazzetta di mille euro. A denunciarlo alla polizia tributaria sono stati i titolari del negozio ”Rigatteria” in via Udine 25
TRIESTE.
Si chiama Fabio Latini, 40 anni. Fino a due giorni fa prestava servizio come maresciallo capo alla prima compagnia della Guardia di finanza. L’altra sera è stato arrestato nella sua caserma di molo Fratelli Bandiera mentre riceveva da un commerciante una mazzetta di mille euro. Soldi che sarebbero dovuti servire per addolcire una verifica fiscale, o più propriamente, come recita una nota della Finanza «in materia di normativa sul lavoro».


A denunciarlo direttamente al comandante del nucleo di polizia tributaria sono stati Roberto e Andy Vecchiato, rispettivamente padre e figlio, titolari assieme alla madre Loredana Tosolini del negozio ”Rigatteria” in via Udine 25. Il sottufficiale si era rivolto ad Andy Vecchiato, così risulta dalle indagini-lampo coordinate dal pm Massimo De Bortoli. Il magistrato era stato attivato dagli stessi finanzieri della Tributaria appena avevano ricevuto giovedì scorso la dettagliata denuncia di Andy Vecchiato. Il maresciallo Latini è rinchiuso nel carcere del Coroneo.


È stato lui stesso a chiedere di essere ”ristretto” in un carcere ordinario piuttosto che finire in una struttura penitenziaria militare. Oggi sarà interrogato dal gip Guido Patriarchi. Con lui sarà presente l’avvocato Fabio Gerbini. Che ha dichiarato: «Il maresciallo Latini è tranquillo e fiducioso e farà chiarezza sulla vicenda che ritiene un equivoco. Contesterà le interpretazioni dell’accusa». Ma non sarà facile. Dopo la denuncia dei commercianti sono state subito attivate le intercettazioni telefoniche. Dalle quali emergerebbero una serie di contatti «ingiustificati» tra il sottufficiale e il commerciante.


Contatti che, secondo l’accusa, sono stati preludio del versamento della somma di mille euro, poco prima dell’arresto.

Ma c’è di più: secondo l’accusa Latini avrebbe ricevuto altro denaro da Vecchiato. Infatti l’altra settimana il commerciante era stato chiamato in caserma dallo stesso sottufficiale il quale, sempre secondo l’accusa, lo avrebbe ricevuto per pochi minuti nella saletta a destra entrando dove ci sono le macchinette per le bibite e i caffè. Gli avrebbe fatto il segno strofinando le dita della mano destra che bisognava pagare. E così Andy Vecchiato (come ha dichiarato nella denuncia) ha messo due banconote da 500 euro all’interno della nicchia da dove escono le bibite.


La vicenda era cominciata venerdì 27 agosto. Alle 11 il maresciallo capo si era presentato nel negozio di via Udine. Aveva genericamente parlato di «incongruenze» nella contabilità. Poi aveva anche ipotizzato serie questioni di ordine fiscale.

Il commerciante si era spaventato e a nulla era servita la sua spiegazione in cui aveva rilevato che le precedenti verifiche fiscali effettuate negli scorsi anni non avevano dato esito ad alcun problema.


Latini al termine del colloquio aveva cambiato atteggiamento tanto che aveva invitato il commerciante a bere qualcosa al bar vicino. Poi, al momento di congedarsi, aveva annunciato che lo avrebbe contattato successivamente. Dopo pochi giorni è arrivata la convocazione in caserma. Ed è stato lì, nella saletta della sede della prima compagnia, che sarebbe avvenuto il primo passaggio di denaro, appoggiato all’interno della macchina delle bibite. Quindi altre richieste indirette di denaro. Fino all’altro pomeriggio, quando sono scattate le manette. Arrestato per concussione. Dai suoi stessi colleghi.


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