Mazzette dopo i controlli, finanziere a giudizio

A febbraio l’udienza per Fabio Latini, in passato arrestato per concussione. Lo Stato si è costituito parte civile
Di Corrado Barbacini
Silvano Trieste 07/09/2010 Reato di Concussione a Trieste
Silvano Trieste 07/09/2010 Reato di Concussione a Trieste

Anche lo Stato chiederà il conto a Fabio Latini, 44 anni, maresciallo capo della Guardia di finanza fino a due anni fa in forza al Gruppo di Trieste. Nel settembre del 2010 il sottufficiale era stato arrestato dai suoi stessi colleghi subito dopo aver intascato due banconote da 500 euro che gli erano state consegnate da un commerciante nella saletta della caserma di molo Fratelli Bandiera. L’accusa è quella di concussione.

Ieri mattina il giudice Luigi Dainotti ha rinviato Latini a giudizio accogliendo la richiesta del pm Massimo De Bortoli. Ha fissato l’udienza dibattimentale per il prossimo 5 febbraio. Nella stessa udienza il gip ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’avvocato dello Stato, Marco Meloni. Accolte anche le costituzioni delle vittime della concussione, il rigattiere Andy Vecchiato e un suo collaboratore, assistiti dagli avvocati Giovanni Di Lullo e Guido Fabbretti. Il sottufficiale è invece difeso dall’avvocato Paolo Pacileo.

Latini è accusato anche di truffa nei confronti della Guardia di finanza e di minacce a un dipendente del rigattiere che ha il negozio in via Udine. Le indagini riferite alla truffa hanno anche evidenziato una serie di episodi che, se confermati in giudizio, dimostrerebbero un modo di agire per nulla consono a quello di un finanziere.

In sostanza, sui fogli di uscita dalla caserma Latini aveva scritto di dovere uscire per effettuare dei controlli all'Inps nei confronti di una ditta di restauri di Salerno. In realtà era andato dal rigattiere per convincerlo a pagare per evitare o ammorbidire la verifica. In altre due occasioni era uscito per fatti privati: in qualità di proprietario di un immobile si era incontrato con un possibile cliente per definire un contratto di affitto.

La vicenda era cominciata il 27 agosto 2010. Alle 11 il maresciallo capo Latini si era presentato nel negozio di via Udine 25. Aveva genericamente parlato di «incongruenze» nella contabilità. Aveva anche ipotizzato serie questioni di ordine fiscale. Andy Vecchiato si era spaventato. Dopo pochi giorni gli era arrivata una convocazione in caserma. Lì, in una saletta, era avvenuto il primo passaggio di denaro: due banconote da 500 euro. In seguito, ulteriori richieste indirette di denaro. A farlo arrestare denunciando l'accaduto erano stati i due Vecchiato, padre e figlio. Si erano rivolti al comando della Guardia di finanza. Erano stati ricevuti da un ufficiale cui avevano spiegato l’accaduto. Così era scattata la trappola: il maresciallo era stato pedinato dai suoi stessi colleghi. Fino a quando erano scattate le manette.

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