Rissa a colpi di bastoni e catene: una domenica da Far West in centro a Trieste

Dietro allo scontro in largo Barriera, che ha coinvolto venti stranieri, lo spaccio di droga. L’auto dei pusher arrivata da Udine. Almeno tre feriti, forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa

Maria Elena Pattaro Gianpaolo Sarti
La rissa in Largo Barriera ph Massimo Silvano
La rissa in Largo Barriera ph Massimo Silvano

Bastoni, catene. Sangue e urla. Feriti per terra. E i Carabinieri in tenuta anti sommossa, con caschi, scudi e manganelli. Un’ambulanza e le volanti della Polizia di Stato e della Polizia locale messe di traverso, con i lampeggianti e le sirene accese. Sono da poco passate le 18.40 quando largo Barriera Vecchia a Trieste, nell’isola pedonale tra corso Saba e via Carducci, proprio davanti al nuovo bar (lo spazio dell’ex “Pizza New”), si trasforma di colpo in una sorta di campo di battaglia: una rissa tra una ventina di persone straniere. Due gruppi di afghani e di pachistani che si fronteggiano in strada. Il motivo? Lo spaccio di droga, come emergerà di lì a poco.

Rissa tra stranieri a colpi di spranga in largo Barriera a Trieste, diversi feriti
Uno degli stranieri fermati dopo la rissa Foto di Massimo Silvano

Pomeriggio di terrore

È domenica pomeriggio, la zona è piena di passanti: famiglie con bambini che assistono inorridite. C’è chi è costretto a fuggire per non rischiare di rimanere coinvolto nel caos e da questi individui che si prendono a colpi in testa e in cui non si capisce chi è la vittima e chi l’aggressore.

Alla fine i Carabinieri e la Polizia hanno identificato quattro persone, due pachistani e due afghani. Tre i feriti, di cui due assistiti dall’ambulanza sul posto; uno, invece, si è presentato da solo all’ospedale Maggiore e poi è stato trasportato a Cattinara. Sequestrati vari bastoni. Tanti scappano.

Il video della rissa tra stranieri a colpi di spranga a Trieste in largo Barriera

Un agguato

Stavolta ci sono immagini. Video e foto che documentano quello che appare come un vero e proprio agguato armato tra bande. Non ci vorrà molto per chiarire l’accaduto: un gruppo di pachistani, arrivato da Udine su una Fiat Punto rosso mattone, armato di bastoni. Stando alle testimonianze il gruppo è sceso dalla vettura accerchiando altri stranieri, da quanto risulta afghani, per picchiarli. Un vero e proprio agguato, insomma. La scena – così riferisce chi ha assistito alla rissa – dura un quarto d’ora.

L’arrivo delle forze dell’ordine

Ma a un certo punto la zona viene circondata dalle forze dell’ordine. Tra cui anche i Carabinieri del 4° Battaglione “Veneto”, a Trieste in supporto per i servizi di controllo, che fino a quel momento stavano presidiando la vicina piazza Goldoni, altra area calda e tenuta appunto sotto vigilanza. Stavolta i militari impugnano scudi e manganelli per placare gli esagitati. Che continuano a urlarsi addosso per picchiarsi ancora. C’è chi è per terra e chi ha la faccia piena di sangue. «Cocaina, quattro chili di cocaina», si sente gridare da uno dei protagonisti. Si tratterebbe di stranieri che vivono da anni a Trieste e a Udine. C’è chi ha un lavoro.

 

Una trattativa finita male

Mentre i due feriti – uno ha il volto rigato di sangue – vengono caricati in ambulanza, gli afghani raccontano la loro versione. Stanno in un angolo del marciapiede, con un misto di adrenalina e paura negli occhi. «Ci hanno aggrediti, hanno pestato i miei amici», spiega uno. «Volevamo solo procurarci del fumo per le canne. Ho chiamato il pusher, è un pachistano che, oltre a spacciare fa il trafficante – prosegue mostrando un profilo WhatsApp – se telefoni ti porta la roba ovunque. Ho chiesto cento euro di hashish».

Ma la trattativa finisce male. «Sono scesi in cinque dalla Punto – spiega il giovane afghano – hanno preso i cento euro ma volevano darci molta più droga. In macchina avevano anche coca e volevano che comprassimo più roba per disfarsene in fretta visto che qua vicino c’era la Polizia». Pochi scambi accesi, poi la violenza. «Hanno tirato fuori i bastoni dalla macchina e ci hanno colpiti. Hanno massacrato di botte i nostri “fratelli”: uno lo hanno colpito alla testa. Io ho preso un colpo al ginocchio. Abbiamo cercato di difenderci. Ai cinque si sono aggiunti altri: eravamo in quattro contro quindici. Ho chiamato io la Polizia ma loro sono scappati e hanno fermato noi. Siamo usciti da poco di galera e nessuno di noi vuole tornarci di nuovo» conclude il giovane immigrato, dicendo di avere un permesso di soggiorno e un lavoro in un vivaio cittadino. «Adesso sono terrorizzato: si vendicheranno, ho paura che ci ammazzino». —

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