Maxifurto, caccia a un furgone bianco

Forse a una svolta le indagini sul colpo messo a segno nella casa dell’avvocato Antonini

Maxicolpo nella casa dell’avvocato Antonini. Gli investigatori della Squadra mobile sono sulle tracce di un furgone di colore bianco o comunque chiaro. Questo mezzo, secondo alcune testimonianze, sarebbe stato utilizzato per trasportare la cassaforte che era stata rimossa a picconate dal muro dello studio privato dell’avvocato Antonini.

Non solo. Pare che lo stesso mezzo sarebbe stato notato nella zona di via Lazzaretto Vecchio già nei giorni precedenti al furto da 150mila euro, messo a segno durante la notte di Santo Stefano. In queste ore gli investigatori della quarta sezione della Mobile stanno visionando i filmati delle telecamere a circuito chiuso posizionate proprio nell’area interessata. Non solo. Alcuni abitanti della zona avrebbero udito nelle prime ore del mattino del 26 anche il rumore del motore di un furgone che partiva a tutta velicità. Un fatto strano se si pensa che in quella giornata il traffico era pressoché inesistente.

Intanto sono giunti i primi risultati relativi al sopralluogo effettuato dalla polizia scientifica nella casa dell’avvocato Antonini. È emerso che non sarebbero state trovate impronte digitali di persone estranee alla famiglia o comunque alla cerchia del professionista. Segno, secondo la polizia, che i ladri che hanno messo a segno il maxifurto hanno utilizzato i guanti in lattice. In modo tale, appunto, da non lasciare tracce. E questo conferma anche l’ipotesi che il furto sia stato minuziosamente studiato a tavolino. Dal percorso attraverso una porta esterna del museo Sartorio, al furgone, fino all’uso dei guanti di gomma. I ladri infatti per entrare nell’appartamento avevano scavalcato il muro e poi sono passati da un accesso secondario del Sartorio che porta al confinante edificio preso di mira. (c.b.)

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