Maxicondanna per evasione a Trieste, ma lui è libero ad Andorra (e se la passa bene)

Umberto Rocco è stato condannato a sette anni nel capoluogo giuliano per un "nero" da 10 milioni di euro: era specializzato nella creazione finte società di giochi e apparecchi elettronici per vendite online. Il suo "esilio" è dorato.

A Trieste è stato condannato a sette anni. Invece è libero nel principato di Andorra, dove si è rifugiato perché lì non esiste l’estradizione per reati fiscali. Si chiama Umberto Rocco e ha 57 anni. È un evasore da dieci milioni di euro. A pronunciare la sentenza è stato il giudice Francesco Antoni. Che non solo ha accolto le richieste (sei anni) del pm Lucia Baldovin ma ha reso ancor più pesante la pena. Umberto Rocco - che ovviamente non era in aula - è stato assitito dall’avvocato Pamela Borghese. Il giudice Antoni ha anche disposto la confisca del profitto dei reati. Ma per la guardia di finanza trovare quei soldi non sarà molto semplice.

La specialità di Rocco, secondo gli investigatori della finanza, è stata quella di creare delle finte società di giochi e apparecchi elettronici per vendite online. Aziende intestate a prestanome che regolarmente sparivano. Così per anni. L’unica produzione - è emerso dalle indagini - ha in effetti riguardato solo le fatture la cui Iva di riferimento ovviamente non è mai stata versata.

In pochi anni, sempre secondo gli accertamenti, le società Tradetronic e Game and Electronics hanno “prodotto” un capitale di oltre dieci milioni di euro con un’Iva non versata per due milioni e mezzo. L’indagine coordinata dal pm Baldovin era scattata nel 2011 al termine di una verifica fiscale alla società Vodatel di cui Umberto Rocco era risultato essere amministratore di fatto.

L’azienda si occupava di commercio di telefonia mobile. Durante il controllo gli investigatori avevano scoperto che molte fatture erano state distrutte. Le verifiche si erano poi estese ad altre società riconducibili appunto, secondo gli investigatori, a Rocco: la Tradetronic e la Game and Electronics. Ed è stato a questo punto che - come accertato durante le indagini da parte dei militari della guardia di finanza - Rocco ha fatto le valigie e si è trasferito armi e bagagli a Barcellona continuando a lavorare online attraverso società con sede legale a Trieste. Poi è arrivato il mandato di cattura internazionale e Rocco è fuggito ad Andorra. «La mia libertà - aveva scritto quando era stato chiesto il suo rinvio a giudizio - si limita ad Andorra, ma non perdo nulla». E in effetti - dal punto di vista del confort - non gli si può certo dargli torto. Vive in una villa da mille e una notte e viaggia, da quanto si è appreso, a bordo di vetture da sogno come Ferrari o Maserati.

Il suo è insomma un esilio dorato condito da milioni di euro. In effetti Andorra offre una sostanziale esenzione per quanto riguarda l’imposta sui redditi delle persone e su tutti i redditi di provenienza estera. Questo enorme vantaggio permette a cittadini stranieri di risiedere e ricevere redditi di varia provenienza dall’estero, senza dover pagare imposte su queste entrate. Indubbiamente, è pur sempre meglio di una cella del Coroneo.

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