Maxi operazione anti-pedopornografia in tutta Italia, un arresto anche a Udine
TRIESTE. Ha interessato anche la nostra regione la maxioperazione anti-pedopornografia che oggi mercoledì 16 dicembre ha fatto scattare perquisizioni e arresti in flagranza in tutta Italia, in 53 province e 18 regioni. Gli investigatori della Polizia postale di Trieste e Udine hanno eseguito un decreto di perquisizione informatica, disposta dalla Procura della Repubblica di Milano, nei confronti di un cittadino italiano di 55 anni, che abita nella provincia di Udine e che è stato arrestato. Durante l'operazione sono stati rinvenuti e analizzati diversi device e in particolare un telefono cellulare al cui interno sono stati individuati migliaia di file di natura pedopornografica.
La Polizia ha anche accertato la presenza di centinaia di chat pedopornografiche su diverse piattaforme di messaggistica istantanea dove l'indagato aveva ricevuto e divulgato materiale illecito relativo allo sfruttamento sessuale di minori. Sono infine state scoperte chat tra il perquisito e minori che potrebbero ricondurre a tentativi di adescamento online e che sono al vaglio degli inquirenti. L'uomo, in considerazione dell'ingente quantità di materiale pedopornografico rinvenuto, è arrestato e portato nella Casa Circondariale di Udine, in attesa dell'udienza di convalida.
L'arresto come detto è parte dell'operazione che ha visto coinvolti oggi 300 agenti. Gli agenti stessi, che hanno lavorato per diversi mesi sotto copertura su Telegram e WhatsApp, hanno smantellato 16 associazioni criminali ed identificato 159 gruppi pedopornografici. Sono 432 gli utenti coinvolti in tutto il mondo: 81 sono italiani. Quindici gli arresti effettuati.
Due degli italiani coinvolti promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, organizzandone l'attività e reclutando nuovi sodali provenienti da ogni parte del mondo. Quella della Postale di oggi è la più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni contro la pedopornografia online.
Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Tra i principali gestori e amministratori compaiono come detto anche due italiani, un ottico 71enne napoletano con collaborazioni universitarie e un disoccupato 20enne veneziano. Coinvolti anche 351 stranieri, con arresti avvenuti anche in Europa e in tutto il mondo.
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