Maxi operazione anti – droga a Pordenone e Trieste: 8 arresti, 4 denunce e 21 chili di marijuana sequestrati

TRIESTE Nelle prime ore della mattina di venerdì 11 novembre i carabinieri hanno fatto scattare a Pordenone e Trieste l’operazione “Big Bag”, culmine di una lunga ed articolata indagine di contrasto allo spaccio di droga, specie a danno di giovani, condotta dai militari del Reparto operativo e del Nucleo operativo della Compagnia di Pordenone.
L’operazione ha visto il dispiego di numerose forze, con oltre sessanta carabinieri provenienti da Pordenone, due unità cinofile antidroga ed una per la ricerca di armi ed esplosivo provenienti dai Nuclei cinofili di Torreglia (Padova) e di Laives (Bolzano): hanno eseguito 16 perquisizioni nei confronti dei principali indagati e di acquirenti marijuana e cocaina nella provincia di Pordenone e Trieste, con anche la supervisione dall’alto dell’elicottero del 14° Elinucleo carabinieri di Belluno.
L’inizio delle indagini
L’indagine ha avuto inizio lo scorso 2 marzo, all’interno di un condominio di Pordenone, quando i carabinieri hanno individuato un borsone pieno di marijuana, poco meno di 18 chili. Da qui il nome dell’indagine, Big Bag, e proprio quel “tesoro” lasciato nelle parti comuni del condominio è nata un’attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore Monica Carraturo della Procura di Pordenone, che già ad aprile ha cominciato a dare i primi frutti grazie alle attività di osservazione sulle strade ed alle attività tecniche.
Gli arresti
Il 28 aprile il venticinquenne albanese D.D., disoccupato residente a Pordenone, e la sua coetanea C.J., barista italiana di Chions, sono stati arrestati in flagranza di reato perché avevano acquistato 150 grammi di cocaina a Milano e volevano rivenderla ai giovani del Friuli occidentale. Dopo un periodo di carcerazione, i due sono stati liberati e sono tornati nelle proprie abitazioni.
Ma le indagini non si erano fermate a quel riscontro, tanto che il 27 agosto i militari hanno messo a segno un altro durissimo colpo alla banda con l’arresto di tre giovani, L.F., C.A. e H.T.N. e il sequestro di altri 3 chili di marijuana.
Gli investigatori avevano capito che L.F., studente universitario venticinquenne di Roveredo in Piano collegato al precedente sequestro del borsone e agli arresti di aprile, aveva appena acquistato i tre chili di marijuana e l’aveva suddivisa dandone due etti a C.A., operaio pordenonese poco più che ventenne che con L.F. aveva un debito di droga.
Questi pretendeva che il pordenonese estinguesse il debito mediante il ricavato della vendita della marijuana. Sempre L.F. affidava 2 chili di marijuana al suo amico e concittadino H.T.N., operaio ventiseienne, affinché glieli custodisse in casa (ritenuta un luogo sicuro) in cambio di ulteriori 250 grammi di marijuana come compenso.
Quel che restava dello stupefacente veniva poi sequestrato dai militari di Pordenone in casa di L.F., arrestato per spaccio di droga insieme agli altri giovani. In quell’occasione era stata denunciata a piede libero per lo stesso reato anche la mamma di L.F., già insegnante di scuola materna attualmente disoccupata, la quale era ben consapevole dell’attività del figlio, tanto da consentirgli di custodire in casa l’oltre mezzo chilo di droga rimanente.
Oggi D.D. e L.F. sono stati arrestati e tradotti in carcere perché gli investigatori hanno chiarito che erano loro i proprietari del Big Bag pieno di marijuana sequestrata lo scorso marzo. Visto che il borsone era stato rinvenuto nelle parti comuni di una palazzina di cui C.N., madre di L.F., è proprietaria di un appartamento e aveva la piena disponibilità e possibilità di occultare la droga, la donna è stata arrestata e messa ai domiciliari.
Anche C.J., già arrestata ad aprile con i 150 grammi di cocaina, è stata perquisita sia a casa che presso il bar di Chions dove lavora. Alla perquisizione si è aggiunto il controllo amministrativo svolto dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Pordenone, che ha sospeso temporaneamente l’attività commerciale avendo rilevato la presenza di lavoratrice in nero, e del Nucleo antiSofisticazione di Udine, che ha riscontrato la mancata predisposizione delle procedure di autocontrollo elevando così una sanzione amministrativa.
I risultati
Complessivamente l’indagine ha portato ad 8 arresti, 4 denunce a piede libero nonché al sequestro di: 21 chili di marijuana, 165 grammi di cocaina, 60 grammi di hashish e denaro in contante frutto dello spaccio.
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