Maxi-lavoro dei vigili del fuoco per i nidi di vespe e calabroni

Ancora non è arrivata in Friuli Venezia Giulia la vespa killer, ma a detta degli esperti è solo questione di tempo, avendo l’insetto già insediato il Veneto. Nel frattempo, comunque, anche i più autoctoni imenotteri stanno dando del filo da torcere, costringendo perfino i vigili del fuoco a intervenire a domicilio per la rimozione di favi e disinfestazione da pungiglioni. Che, in chi è allergico (e magari neppure lo sa), possono determinare uno choc anafilattico. È accaduto anche sabato a Staranzano dove in una villetta i pompieri hanno provveduto a risolvere il problema vespe denunciato da un residente, fortunatamente senza rischio alcuno per la salute delle persone.
Non si è trattato di un intervento isolato, quel giorno: oltre la dozzina, infatti, i sopralluoghi conteggiati e condotti nell’Isontino dal corpo nazionale. In nessun caso si è trattato di api, per le quali sarebbe stato invece necessario scomodare un apicoltore. Calabroni e vespe si erano annidati nelle tapparelle delle finestre, tra le travi o anche a terra. Non è insolito che si inseriscano all’interno di lampade da giardino, dove trovano un riparo anche dal maltempo.
«Con il caldo – spiega il comandante provinciale dei vigili del fuoco Alessandro Granata – si sviluppa particolarmente la presenza di vespe, gialloni, cartonaie, scavatrici e pure calabroni». I pompieri alle chiamate rispondono sempre con un intervento di soccorso gratuito, ma non in tutte le regioni d’Italia avviene così. «Agiamo in considerazione della sicurezza delle persone – spiega – poiché non tutti possono essere al corrente di un’allergia e molte volte la si constata solo al momento della puntura, talvolta purtroppo con esito fatale da choc anafilattico». In alternativa ci si può rivolgere alle ditte specializzate, che effettuano disinfestazioni. Perfino maneggiare lo spray per debellare gli imenotteri implica una certa cautela e dose di precauzione. «Il gas all’interno dello spray, rinvenibile in ferramenta o agraria – sottolinea Granata – è altamente infiammabile, al punto che, se impiegato in ambienti chiusi, bisogna poi arieggiare molto bene poiché basta una scintilla, come l’accensione della luce, per scatenare una piccola esplosione». I pompieri utilizzano solitamente un erogatore con pompa, di dimensioni maggiori rispetto agli spray, e intervengono con particolare abbigliamento: lo stesso utilizzato dagli apicoltori. «Ci sono alcuni punti in cui le vespe si possono insediare – dice il comandante provinciale – per i quali mi sentirei vivamente di consigliare il nostro ricorso, per esempio quando il favo viene creato all’interno di un camino. Un posizionamento già di per sé pericoloso perché se per caso il titolare non se ne ravvede rischia l’ostruzione della canna fumaria e lo sviluppo di monossido all’accensione del fuoco, l’inverno successivo». L’intervento, che si sviluppa in altezza, richiede l’inserimento di appositi teli e una certa professionalità, pertanto non ci si può, in tal caso, improvvisare disinfestatori e il fai-da-te rischia di calamitare guai. —
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