Maxi cantiere di Cattinara nel caos, la palla passa alla Rizzani de Eccher
Regione e AsuiTs decidono di scorrere la graduatoria della gara coinvolgendo il secondo classificato. Attesa per la risposta
TRIESTE Il pallino del cantiere di Cattinara passa nelle mani della società friulana di costruzioni Rizzani de Eccher. Durante i lavori del Consiglio regionale dedicati all’assestamento di bilancio, in un incontro riservato fra il vicepresidente Riccardo Riccardi e il commissario dell’Azienda sanitaria triestina Antonio Poggiana, è stato infatti deciso di scorrere la graduatoria della gara d’appalto che aveva visto a suo tempo Rizzani de Eccher classificarsi alle spalle del consorzio di costruttori capitanato dalla cooperativa Clea, il cui contratto è stato ormai stracciato dall’AsuiTs.
Poggiana e Riccardi hanno dovuto prendere atto del fatto che nessuna delle due assicurazioni ha risposto alla richiesta di escussione delle polizze fideiussorie che dovrebbero scattare in caso di stop al cantiere per presunta inadempienza dell’impresa incaricata di svolgere le opere. Come già emerso, la Elite Insurance ha fornito una risposta interlocutoria attraverso un ufficio legale che non ha tuttavia allegato il mandato dell’assicuratore, rendendo di fatto il passo non impegnativo. Chiamata in causa per seconda, Cbl Insurance non ha al momento dato segni di vita e non migliora la percezione il fatto che entrambe le compagnie siano finite da tempo in amministrazione controllata e liquidazione coatta.
L’Azienda sanitaria ha così deciso di depositare un decreto ingiuntivo presso il tribunale di Trieste, con l’obiettivo di riscuotere la parte economica della garanzia, ovvero i 5,5 milioni previsti a copertura delle spese derivanti dal prolungamento dei tempi di consegna delle opere. Come spiega Poggiana, inoltre, «l’AsuiTs revocherà per autotutela l’attivazione della polizza globale»: si tratta della seconda parte della fideiussione, cioè quella che prevede che Elite e Cbl mettano a disposizione imprese costruttrici alternative a Clea per completare le opere.
Con questo passo tramonta l’ipotesi di un subentro di Maltauro, che nelle settimane scorse aveva effettuato una richiesta di accesso agli atti per visionare la documentazione relativa all’appalto. La mossa rimarrà senza esiti perché il rapporto con l’Azienda sanitaria potrebbe instaurarsi soltanto attraverso un contratto firmato con le assicurazioni e non in via diretta con il costruttore.
L’effetto del complesso intrico burocratico è che l’AsuiTs scorrerà ora la graduatoria, inviando una richiesta di manifestazione di interesse alla seconda impresa in lista: Rizzani de Eccher appunto. La società friulana avrà il coltello dalla parte del manico e la strada sembra stretta, tanto che non è escluso il nulla di fatto. Appena saputo della risoluzione del contratto con Clea, il presidente Marco de Eccher si era detto disposto a valutare la questione, lasciando intendere di voler discutere le condizioni economiche del subentro. Il Codice degli appalti prevede tuttavia procedure rigidissime e impone che l’impresa che risponde all’interpello della stazione appaltante subentri alle medesime condizioni proposte dalla società vincitrice della gara.
Per poter ricevere tutta la documentazione riguardante il cantiere, Rizzani de Eccher dovrà dare il suo assenso alla richiesta di manifestazione di interesse, sapendo però che sarà necessario accettare le condizioni proposte all’epoca da Clea e dunque un affidamento del valore di 140 milioni, cui aggiungere soltanto i supplementi necessari per adeguarsi a nuove norme riguardanti la sicurezza e le costruzioni, che l’AsuiTs ha già quantificato in circa 5 milioni. La legge non consente insomma di trattare sui costi, imponendo «stessi patti e stesse condizioni» stretti dall’Azienda sanitaria e dalla ditta vincitrice dell’appalto.
Difficile che Rizzani de Eccher possa accettare di buon grado, ma AsuiTs e Regione sperano che l’impresa mostri buona volontà per ragioni di immagine e cioè per risolvere il problema attualmente più grave nello scenario dei cantieri oggi aperti in Friuli Venezia Giulia. Come spiega Riccardi, «cerchiamo di salvare il contratto, ma dipenderà dalla volontà dell’impresa. La nostra volontà è di aprire il cantiere il prima possibile. Se ci fosse assenso in questa direzione, potremmo chiudere il contratto entro ottobre e il cantiere potrebbe riaprire a metà 2020», dopo i novanta giorni per la stesura del progetto esecutivo e la sua successiva validazione da parte dell’Azienda sanitaria e degli organi di controllo, che non hanno mai dato il via libera al progetto di Clea. Se così non fosse, bisognerebbe bandire una nuova gara d’appalto e a quel punto le cose si prolungherebbero per tempi indefinit*i. —
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