Max esce dal castigo: il gatto re di Miramare riconquista il castello

Il felino era rimasto per alcuni giorni in una casa dei custodi del sito: dopo le visite veterinarie di Asugi è di nuovo in libertà a spasso nel parco

Laura Tonero

TRIESTE Il gatto Max, re incontrastato di Miramare, è ritornato a passeggiare tranquillamente nel parco del Castello. Il micio, che ha superato i 16 anni di età, per pochi giorni era stato sottoposto a vigilanza sanitaria. Ovvero, era stato accolto all’interno della casa dei custodi di Miramare, per consentire al veterinario incaricato di poterlo visitare in momenti diversi, senza doverlo cercare o rincorre tra i vialetti del parco. Una breve parentesi, quindi, per valutare se il felino presentasse qualche problema, per poi consentigli di riacquistare la libertà nel parco dell’ex residenza di Massimiliano e Carlotta.

A sostegno del micio con la petizione “Tuteliamo il gatto Max” su Change.org, sono state già raccolte oltre 4.460 firme. In quel parco convivono tre piccole colonie feline, da cinque gatti ciascuna. Ognuna gravita attorno a un’area diversa del giardino.

Max frequenta prevalentemente la zona antistante l’ingresso al Castello, ha come riferimento per sfamarsi la casa dei custodi, e anche in questi giorni, come sempre, le sue ciotole avevano a disposizione crocchette e acqua fresca.

Dopo oltre una settimana in cui si sono rincorse diverse voci, il medico veterinario Massimo Erario, responsabile del Servizio di Sanità animale, igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche di Asugi, riferisce senza farne mistero che è stato lui, dopo l’ormai nota segnalazione dell’aggressione, a visitare Max. Non c’è stato bisogno, dunque, di trasferire il gatto altrove. «Mi sono recato io a Miramare, - spiega Erario - e ho trovato il gatto in buona forma tenendo conto dell’età. Si è fatto visitare senza problemi».

La vigilanza sanitaria alla quale è stato sottoposto il gatto, aveva lo scopo di valutare se il felino avesse sviluppato una particolare aggressività, cosa poi non riscontrata. Ma andava fugato ogni dubbio anche sulla possibilità che il gatto stesse male, fosse per qualche motivo dolorante, cosa che avrebbe potuto spingerlo a reagire in maniera eccessiva, inconsueta, di fronte alla presenza di un cane. Quello che va tenuto presente, è che Max vive lì da sempre, e come ogni gatto maschio è certamente incline a difendere il suo territorio.

«Noi - spiega la presidente dell’Enpa Patrizia Bufo - siamo stati fin dal primo giorno di questa vicenda in contatto con la direzione di Miramare, con cui collaboriamo da sempre per soccorso alla fauna selvatica che transita in quel parco, sia per la gestione delle centinaia di animali che popolano il laghetto dei Loti, quando quello specchio acqueo ha avuto bisogno di interventi straordinari». Quando è scoppiato il caso del gatto Max, l’Enpa ha dato subito «disponibilità per gestire ogni evenienza - precisa Bufo - rendendoci disponibili anche ad ospitare Max, che conosciamo da una vita, se avesse avuto bisogno di cure o di momentanea ospitalità»

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