Maturità, allo Slataper scelto il saggio sulla violenza

Il saggio breve sulla violenza tira più di Quasimodo, l'attualità ha la meglio sulla letteratura. Lo testimonia anche quello che raccontano i maturandi goriziani all'uscita dalla prima prova scritta dell'esame di maturità, che si è svolta ieri mattina. Il tema d'italiano. In pochi hanno avuto il coraggio di cimentarsi con l'analisi del testo di Quasimodo, mentre in molti hanno deciso di optare ad esempio per il saggio breve di ambito storico e politico sui due volti del Novecento, tra violenza e non violenza, e per quello sulla tecnologia. Ieri abbiamo incrociato fuori da scuola, in via Diaz, i maturandi del liceo Slataper. «Ho scelto il saggio breve su violenza e non violenza – racconta ancora un po' provato dalle lunghe ore di scrittura Stefano Barbiero, della classe 5Bs -. A mio parere la traccia su Quasimodo era difficilissima, e tra le altre, più semplici, mi sentivo più a mio agio con la tematica storico-politica». Stefano non ha patito troppo la tensione pre-esame, forse anche perché per lui non è una prima volta, visto che affronta la maturità per il secondo anno di fila. «È il mio secondo esame, purtroppo, e dunque sono meno agitato rispetto ai miei compagni che non sanno cosa aspettarsi – conferma -. Anche per la prova di domani (oggi ndr) non sono eccessivamente preoccupato, perché Pedagogia è una materia in cui mi trovo bene». Anche Marco Mikulin, compagno di classe di Stefano, ha optato per lo stesso tema, ma per lui i veri scogli devono ancora arrivare. «Non era la prova scritta di italiano la mia più grande preoccupazione, pensando all'esame – dice, lui che è intenzionato a iscriversi a Giurisprudenza -, anche perché in italiano me la cavo. Piuttosto temo Storia dell'arte». Chi invece ha deciso di cimentarsi con la temuta analisi del testo è stata Annamaria Loda, per nulla intimorita di fronte a Quasimodo. «Durante i compiti in classe o le simulazioni ho sempre scelto l'analisi testuale, e dunque ho fatto altrettanto questa volta – spiega -. Ammetto che il tema era complicato. I miei timori sono soprattutto per l'esame orale». «Lo stesso vale anche per me – le fa eco l'amica Giulia Tonzar -. Sono piuttosto emotiva, e temo che all'orale, davanti alla commissione, potrei lasciarmi condizionare dalla tensione. In questo momento sono concentratissima sull'esame, ma non nascondo che un po' di dispiacere al pensiero di chiudere questo capitolo della mia vita e lasciare compagni e professori di tutti questi anni, un po' mi dispiace». Katia Coppola, anche lei dello Slataper, ha studiato fino a tardi, la sera prima dell'esame. «E ora è già passato il primo approccio – racconta -. Non è stato poi così terribile, e speriamo che continui in modo positivo. Soprattutto incrocio le dita per la terza prova, che è sempre un'incognita per tutti».
Marco Bisiach
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