Mattarella: la memoria aiuta a costruire un futuro fondato sul rispetto
Oggi insieme al Presidente della Repubblica di Slovenia e amico, Borut Pahor, siamo a Trieste, città crocevia d’Europa, per una giornata importante che ci consentirà di compiere un nuovo e decisivo passo nel progressivo rimarginarsi delle ferite che hanno a lungo, molto tempo fa, travagliato queste terre.
Deporremo, insieme, una corona alla foiba di Basovizza, e lo stesso faremo al monumento che ricorda quattro giovani sloveni fucilati nel 1930 per ordine del Tribunale Speciale Fascista. A Trieste visiteremo il Narodni Dom, nel giorno del centenario dell’odioso incendio che lo devastò. La firma del protocollo che avvia la restituzione alla comunità di lingua slovena dell’edificio ne rafforzerà la vocazione di piattaforma di dialogo fra le culture che arricchiscono la regione del confine orientale del nostro Paese.
Rispetto per le vittime e compartecipazione al profondo dolore che avvenimenti di inaudita violenza hanno prodotto nel tessuto delle nostre comunità, sono il messaggio che intendiamo inviare e il segno che desideriamo lasciare. Lutti e sofferenze hanno colpito tante famiglie. Negazione di valori fondamentali e soprusi di ogni genere hanno eretto barriere, frutto del prevalere di ideologie totalitarie.
Ricordare, onorare, riparare, riconoscersi fratelli in un destino comune rappresentano tasselli di un mosaico più ampio che in questi anni - a partire dall’incontro che qui ebbe luogo esattamente dieci anni or sono – Slovenia e Italia hanno contribuito gradualmente – ma risolutamente – a ricomporre, con gesti concreti e significativi, come quelli della giornata di oggi.
Parole e gesti di riconciliazione non sono solo condivisione di sentimenti di rispetto e pietà nei confronti delle vittime: ci aiutano a costruire un futuro migliore. L’arduo e faticoso “esercizio di memoria” richiede coraggio, ma è indispensabile per evitare di ricadere negli errori del passato e per allontanarci dalla barbarie che troppe volte ha caratterizzato il “secolo breve”.
Tocca a noi, per la nostra parte, indicare alle nuove generazioni che prevaricazioni, limitazioni di diritti individuali e collettivi, mancato riconoscimento dell’altrui cultura, finiscono inevitabilmente per produrre, per tutti, conseguenze catastrofiche.
La memoria ci aiuta a costruire, insieme, un futuro basato anzitutto sul rispetto delle persone. Lo sappiamo: insieme possiamo fare di più e meglio, come dimostra la scelta di mettere in comune il futuro con il percorso di integrazione europea che ha assicurato pace e promosso prosperità senza eguali nella storia del nostro Continente.
L’anima profonda di questa Europa sta proprio nel dialogo fra popoli, fra culture, fra esperienze diverse che, insieme, la fortificano e le consentono di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. In questo modo le aree di confine non sono più motivi di contrapposizione ma divengono cruciali; e si manifestano come le cerniere del tessuto connettivo dell’Unione Europea. Slovenia e Italia condividono questa prospettiva e, in questi anni, hanno contribuito con impegno e determinazione allo sviluppo della famiglia euro-atlantica attraverso posizioni coerenti e iniziative di ampio respiro che l’hanno resa più forte, più coesa e più solidale: i valori di libertà, pace, democrazia hanno potuto così rinsaldarsi anche per i nostri popoli.
Di fronte a sfide come la pandemia in corso, i nostri Paesi sono oggi chiamati a collaborare ancor più strettamente: confidiamo che l’ormai imminente Consiglio Europeo, attraverso strumenti consolidati e soluzioni innovative di grande respiro, sappia nuovamente dimostrare che l’Europa sa interpretare la vita dei propri cittadini e li affianca nelle difficoltà. Slovenia e Italia sapranno lavorare insieme per raggiungere anche questo importante risultato. —
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