Mattarella: "Grande guerra, un'immane tragedia"

GORIZIA Nella notte tra il 23 ed il 24 maggio di cento anni fa l'Italia entrava nella prima guerra mondiale. Ed oggi celebrazioni si sono svolte in tutto il Paese per ricordare il conflitto che portò alla morte di 650mila militari. «Dopo quella guerra nulla fu uguale a prima», ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Epicentro delle manifestazioni il Monte San Michele, teatro di tante battaglie. Lì Mattarella, dopo che in mattinata aveva deposto una corona d'alloro all'Altare della Patria, ha presenziato alle celebrazioni. Era accompagnato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, dalla presidente del Fvg Debora Serracchiani e da varie rappresentanze istituzionali sia nazionali sia locali.
«Il conflitto 1914-18 - ha ricordato il capo dello Stato - fu una tragedia immane che poteva essere evitata. Non dobbiamo avere paura della verità. Senza la verità, senza la ricerca storica, la memoria sarebbe destinata ad impallidire. E le celebrazioni rischierebbero di diventare un vano esercizio retorico».
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha sottolineato che «il popolo, gli italiani sono stati protagonisti di un grande atto di coraggio e di eroismo collettivo, hanno vissuto sofferenze, dolori e tragedie per quattro lunghi anni. L'Italia poteva essere spazzata via, ma resistette: e il loro ricordo ci permette di ricordare chi siamo, su quale spirito di sacrificio, sofferenza e forza d'animo si fonda la nostra indipendenza e la nostra libertà».
Al termine delle celebrazioni, il presidente della Repubblica ha raggiunto la folla che era nei pressi e ha stretto numerose mani salutando tante persone per il tradizionale bagno di folla. In precedenza, salutate le autorità, il presidente della Repubblica si era avvicinato al coro degli Alpini dicendo loro «sarebbe stato bello ascoltarvi ancora a lungo». Per Mattarella quello del coro alpino «è stato un bel segno per ricordare la Prima guerra mondiale».
Dopo il San Michele, Mattarella si è sopstato a Duino per una breve visita privata al Collegio del Mondo Unito. Ha così reso omaggio alla figura di Corrado Belci, fondatore della scuola internazionale (attualmente circa 200 studenti di 90 nazionalità) e suo personale amico, nonchè amico del fratello Piersanti ucciso dalla mafia.
Mattarella, sempre scortato dalla governatrice Serracchiani, è stato accolto dal presidente del collegio, ambasciatore Gianfranco Facco Bonetti a da alcuni parenti di Corrado Belci con il figlio Franco. Mattarella è quindi entrato nell’auditorium della scuola internazionale, che è anche sede dell’ International Music Chamber Academy , dove ha assistito ad un’introduzione musicale, quindi è seguito un discorso di benvenuto da parte dell’ambasciatore Facco Bonetti a nome del Collegio.
È stata poi la volta di Franco Belci ad effettuare un breve intervento ricordando il padre Corrado rivolgendosi al presidente della Repubblica Mattarella. Belci ha fatto riferimento alla profonda amicizia che lo legava alla famiglia Mattarella, nata su una comune motivazione etica «e consolidata nei tragici avvenimenti che hanno segnato profondamente la storia della Repubblica. Franco Belci ha poi posto l’accento sui valori dell’onestà, della modestia e della sobrietà del padre.
Infine uno studente norvegese ha preso la parola affermando che il Collegio «ti fa entrare nel mondo con una prospettiva diversa e nuova, più globale e internazionale. Qui - ha aggiunto - ci è stata data l’opportunità di apprezzare culture diverse ed abbiamo imparato ad apprezzare e a essere fieri della nostra». Mattarella infine è uscito nel cortile della foresteria della scuola internazionale, dove ha scoperto una targa in ricordo di Corrado Belci. Il presidente dell Repubblica ha poi lasciato il Collegio verso le 17.45.
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