Matrimoni gay, la Slovenia va al voto per decidere

Oggi il referendum abrogativo: in ballo la legge dello scorso marzo che garantisce alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle etero, adozione compresa
Una manifestazione pro-unioni gay a Lubiana
Una manifestazione pro-unioni gay a Lubiana

LUBIANA Da domani la Slovenia potrebbe essere il primo Paese dell'Europa centrale ad autorizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. I suoi 1,7 milioni di elettori sono infatti chiamati nella giornata di oggi alle urne per decidere se mantenere o meno la legge approvata all’inizio dello scorso marzo e che garantisce alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali, compreso quello - nodale nel dibattito - dell'adozione.

Slovenia verso il “sì” ai matrimoni gay
La spilla dei sostenitori del sì alle nozze gay in Slovenia

Si tratta di un referendum abrogativo voluto da "Per i bambini", un'associazione conservatrice vicina alla chiesa cattolica, e che ha depositato nella primavera scorsa le 40mila firme necessarie a impedire l'entrata in vigore del nuovo codice di famiglia. Nonostante il Parlamento si fosse opposto al referendum, che considerava contrario al principio di uguaglianza previsto dalla Costituzione slovena, la corte costituzionale ha finito per dar ragione all'iniziativa popolare, annunciando appunto per oggi, 20 dicembre, la consultazione pubblica.

Perché la legge sia abrogata, almeno il 20% degli elettori dovrà recarsi alle urne; e il "no" dovrà ovviamente spuntarla. Stando agli ultimi sondaggi, la partita fra i due fronti è tuttavia apertissima: se ancora alla fine di novembre i sondaggi dei quotidiani Delo e Vecer davano il fronte del "sì" in leggero vantaggio, ora sarebbe il "no" a essere in testa, stando almeno all’indagine realizzata da Ninamedia per la televisione nazionale slovena. Delle 700 persone intervistate tra il 14 e il 17 dicembre, infatti il 49,5% si è infatti detto contrario al matrimonio gay, contro un 38,3% di favorevoli. Il restante 12,2% sarebbe invece ancora indeciso.

Nozze gay in Slovenia, Chiesa all’attacco
Due lesbiche celebrano le nozze a Lubiana (delo.si)

Alla vigilia del voto, dunque, la "campagna elettorale" per l'uno o l'altro schieramento prosegue, sia fisicamente, nelle vie di Lubiana, sia a distanza attraverso i numerosi appelli al voto diffusi sui social network.

Tra i più celebri sostenitori del "no", l'agenzia slovena Sta cita ad esempio lo stesso papa Francesco, che mercoledì scorso si è rivolto in questi termini ai pellegrini sloveni: «Incoraggio tutti gli sloveni a preservare la famiglia come unità di base della società». Sempre dal fronte dei contrari è arrivato l'appello dello slovacco Jan Figel, ex commissario europeo all'Educazione nonché esponente del Movimento cristiano-democratico. La Slovacchia, come la Croazia, ha recentemente modificato la sua costituzione proprio per statuirvi come il matrimonio possa essere soltanto «l'unione di un uomo e di una donna» e non «di due persone adulte e consenzienti».

«Sposati e fieri della nostra campagna per le adozioni gay»
Christian e Marijan con Zora

A favore del nuovo codice di famiglia, si sono invece espressi diversi eurodeputati liberali (Alde) e socialdemocratici (S&D), che da Bruxelles hanno mostrato via twitter il loro sostegno al fronte "Zas je Za" (letteralmente «È tempo per il sì») che raggruppa una quindicina di associazioni slovene a favore della nuova legge.

Tra le Organizzazioni non governative che sono intervenute in questo senso, figurano anche quelle di difesa dei diritti dell'uomo come Human Rights Watch e Amnesty International. Quest'ultima ha per esempio sottolineato il fatto che altri 13 Paesi europei hanno già riconosciuto i matrimoni omosessuali.

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