Materne, nelle classi tetto del 45% per i non italofoni

Siglato l’accordo tra Comune, Giacich, Randaccio e Ufficio scolastico regionale Cisint: «Se famiglie di stranieri non avranno posto bussino alla Fincantieri»

Definito a fine 2017, è stato siglato ieri l’accordo di programma tra Comune e i due istituti comprensivi cittadini sul sistema scolastico di Monfalcone e tra i cui obiettivi c’è quello di porre un tetto del 45% alla presenza di bambini non italofoni nelle classi il prossimo anno scolastico. La misura parte comunque dalla scuola dell’infanzia, dove saranno quindi rese note nei prossimi giorni le graduatorie relative all’inserimento dei nuovi iscritti, i bambini che vi fanno il loro ingresso per la prima volta. Non farà eccezione la materna ex paritaria di via Roma, dove saranno attivate due sezioni con quattro maestre. L’accordo, sottoscritto dal sindaco Anna Cisint, dal dirigente dell’Ic Giacich Flavio Petroni e dalla dirigente dell’Ic Randaccio Anna Russo, alla presenza del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Igor Giacomini, recita che «le parti convengono di accettare per l’anno scolastico 2018-2019 l’applicazione della percentuale di alunni stranieri fino al 45% allo scopo di dare risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie e nel rispetto dei criteri di precedenza che gli istituti comprensivi stabiliranno». A leggere sempre l’intesa, i criteri dovrebbero essere quelli consolidati e quindi: alunni ripetenti l’anno scolastico 2017-2018, bambino disabile riconosciuto, bambino con fratello-sorella che frequenterà nell’anno scolastico 2018-2019 lo stesso plesso (scuola) per il quale si chiede l’iscrizione e continuità nei passaggi alle scuole di ordine e grado all’interno dello stesso istituto comprensivo. L’impegno è comunque quello di procedere a una riduzione della percentuale di studenti non italofoni, «con una equa ridistribuzione degli alunni stranieri nei vari plessi bilanciati rispetto al numero di alunni italiani».

L’accordo affronta in ogni caso il tema, altrettanto delicato e importante per le scuole cittadine, delle iscrizioni ad anno già iniziato. L’intesa prevede che «in particolare dovranno venire individuate le modalità organizzative in particolare per le scuole primarie e secondarie di classi “ponte” in cui inserire gli alunni stranieri e consentire la conoscenza di base della lingua per poter poi frequentare la classe di competenza». «Per ora siamo intervenuti con la scuola dell’infanzia, e ringrazio tanto più l’Ufficio scolastico regionale perché non è scuola dell’obbligo, poi passeremo alla primaria», ha detto il sindaco Cisint, sottolineando una volta di più la necessità che «Fincantieri si assuma le responsabilità e le conseguenze della scelta di un modello produttivo, quello dell’appalto e subappalto, che porta in città una presenza massiccia di immigrati e conseguenti disagi anche a livello scolastico». Il sindaco ha chiarito ieri di aver già informato il presidente Fedriga e l’assessore regionale all’Istruzione Rosolen. «Entrambi condividono l’idea che il disagio portato deve essere ripagato in servizi – ha aggiunto il sindaco – e se ci sono famiglie di stranieri che non avranno posto nelle scuole cittadine e non accettano le soluzioni che abbiamo messo loro a disposizione, per esempio i pulmini per andare nelle scuole di altri comuni, allora che vadano a bussare alla porta di Fincantieri».

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