Materna di via Lasciac esempio di integrazione

Litigi continui tra bimbi di genitori italiani e bimbi di genitori stranieri, risultati scarsi per colpa di maestre incapaci, episodi di bullismo precoce? No, nulla di tutto questo. La scuola dell’infanzia “San Rocco” di via Lasciac, dell’Ic Gorizia 1, di cui è dirigente scolastica Silvia Steppi Zanin, sembra infatti un miracolo di integrazione, un paradiso vero e proprio. Non sarà l’unica, ci mancherebbe, ma sarebbe ingiusto non parlarne.
«Noi come mamme non possiamo che essere felici, per questo desideriamo esprimere il più sentito e meritato ringraziamento e apprezzamento a tutto il personale, docenti e collaboratrici, della scuola che con professionalità si prende cura delle nostre creature, promuovendo un clima sereno e piacevole», scrivono in una lettera aperta le rappresentanti della scuola Tina Piera Asciutto e Fortuna Attanasio. Fin qui è solo un elogio alla scuola e al personale, ma la lettera continua. «Questo già lo sapevamo al momento dell’iscrizione, ma ne abbiamo avuta conferma in questi anni in cui le insegnanti hanno saputo accogliere e costruire ponti di relazioni che vanno oltre le chiusure mentali – proseguono le mamme –. I docenti attraverso la programmazione hanno organizzato spazi, tempi e progetti rivolti sia al grande gruppo che al singolo bambino, ma in tempi come questi, dove l’utenza è prevalentemente proveniente da diversi paesi, la scuola presta molta attenzione, non solo alle culture ma soprattutto ai bambini e alle persone che ne sono portatrici. Se questo per molti potrebbe essere vissuto come un problema, per la nostra scuola è un arricchimento».
Ecco il punto. La scuola al momento ha 50 bimbi, dai tre ai cinque anni. Una trentina sono figli di genitori italiani (per lo più residenti a San Rocco). Una ventina, invece, hanno genitori stranieri: di Kosovo, Macedonia, Marocco, Algeria, Senegal. L’integrazione è assai soddisfacente. «Siamo aperti a tutte le culture – racconta la fiduciaria della scuola Rosa Machì –. La programmazione di quest’anno ha per titolo “Giromondiamo”. Abbiamo cominciato il viaggio dalla Russia: il padre di una “nostra” bimba è infatti russo e verrà da noi a raccontare il suo paese. Poi, mamme slovene sono venute a raccontarci i loro usi e costumi, ci hanno portato cartoline, immagini che abbiamo fatto vedere ai bimbi tramite il pc. E una di queste mamme ha mostrato un gioco che faceva lei, da piccola, e ha insegnato una canzoncina nella sua lingua. In seguito, son venute altre quattro mamme del Kosovo che ci hanno portato qualche tipico dolce natalizio e hanno mostrato ai bimbi la bandiera kosovara. E anche la festa di Natale è stata all’insegna della multiculturalità». Insomma, tutto funziona al meglio. «Noi abbiamo modo di rapportarci con diverse nazionalità, di interagire con bimbi che hanno difficoltà con la lingua italiana e gli avvisi in bacheca provvediamo a tradurli con l’aiuto di qualche mamma», dice ancora Rosa Machì.
La sua scuola ha in totale cinque insegnanti oltre a preziose collaboratrici che Machì tiene a ringraziare. Inoltre, ogni anno si fanno i Mercatini di Natale. Quasi tutte le mamme (anche quelle italiane) creano oggetti dei loro paesi e li vendono. Il ricavato serve per i bisogni della scuola. Sono queste le azioni citate anche nella lettera aperta firmata da Tina Piera Asciutto e Fortuna Attanasio. «Diverse sono state le opportunità di integrazione: i Mercatini di Natale dove tutte le mamme, con la loro fantasia e creatività, hanno contribuito alla buona riuscita dello stesso», spiegano. E poi «la festa di Natale, che nella Sala Incontro di San Rocco, dove don Ruggero “padrone di casa” accoglie tutti, e tutti si sentono accolti». Le insegnanti “registe” hanno messo in scena un viaggio intorno al mondo con la collaborazione di Carlotta Tosoratti (Scuola di danza Giselle), che in modo divertente ha fatto muovere i bimbi su musiche italiane, balcaniche, cinesi e russe, fino alla canzone finale mimata dai bambini grandi che per l’intensità del messaggio ha fatto commuovere molti. E se le feste natalizie son terminate, il piacere di andare a scuola continua.
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