Mastelloni incontra subito Padulano

Il questore, ormai vicino alla pensione, era in visita di cortesia ma poi si è parlato anche del caso degli "avvisi" al capo della Mobile Giacomelli, al comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri Pasquariello e al cronista del Piccolo Barbacini
Il pm Federico Frezza e il procuratore capo Carlo Mastelloni
Il pm Federico Frezza e il procuratore capo Carlo Mastelloni

Calma, almeno apparente, nei corridoi della Procura di Trieste ieri mattina. Nel day after la diffusione della notizia degli avvisi di garanzia notificati al giornalista del Piccolo Corrado Barbacini, al capo della Squadra mobile della questura triestina Roberto Giacomelli e al capitano del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri Fabio Pasquariello per l’ipotesi di reato di concorso in rivelazione di segreti d’ufficio, la tranquillità è sembrata regnare sovrana a palazzo di giustizia. Il procuratore capo Carlo Mastelloni, che assieme al sostituto procuratore Antonio Miggiani contesta le violazioni ai tre, non ha voluto rilasciare dichiarazioni il giorno dopo lo scoppio della bufera. Non si è negato di fronte alla richiesta di incontro: è uscito dalla segreteria e ha salutato con cortesia il cronista che aveva bussato alla porta poco prima. Niente tensione ma totale fermezza nel non voler dire alcunché sul caso fuga di notizie da lui stesso definita “seriale” negli atti inviati agli indagati. Una sola frase sussurrata da Mastelloni al momento di richiudere la porta: «Era necessario».

Procura a gamba tesa su polizia, carabinieri e Il Piccolo
Da sinistra, in senso orario: la redazione del Piccolo, il procuratore capo Carlo Mastelloni, il comandante dei Carabinieri Fabio Pasquariello e il capo della Squadra mobile Roberto Giacomelli

Attorno alle 11 si è visto in Procura il questore Giuseppe Padulano. Inevitabile porsi un quesito, sostanzialmente automatico, nel notarlo avvicinarsi alla porta del procuratore: che abbia preso un appuntamento con Mastelloni per un faccia a faccia sull’indagine che coinvolge pure un funzionario di polizia (Giacomelli)? È probabile che i due abbiano affrontato anche questo argomento nei minuti trascorsi a colloquio, ma Padulano - pur non volendo a sua volta dire nulla sulla vicenda - ha fatto sapere di essere passato in Tribunale esclusivamente per un saluto non solo al procuratore capo ma anche a tutti i sostituti prima del suo congedo per pensionamento: sabato infatti il questore, come noto, concluderà il suo percorso lavorativo e lascerà l’incarico al vertice del palazzo di via Tor Bandena-via del Teatro romano.

Magistratura, stampa e l'ombra della solitudine
L'interno del tribunale di Trieste

Intanto, anche nella giornata di ieri sono arrivate non solo direttamente a Barbacini ma anche in redazione al Piccolo delle attestazioni di solidarietà nei confronti del cronista di giudiziaria. E del caso si è parlato pure al congresso della Federazione nazionale della stampa italiana, in corso in questi giorni a Chianciano Terme. Nel suo intervento dell’altro giorno davanti all’assemblea, il presidente dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello, giornalista e critico musicale del Piccolo, ha sottolineato come «in queste ore a Trieste un procuratore sta tentando di mettere il bavaglio alle cronache giudiziarie del quotidiano locale», parlando poi di «soggetti che mettono in pericolo la libertà di informazione».

Al Piccolo è giunto inoltre il messaggio di Luisa Nemez, presidente dell’Organizzazione tutela dei consumatori (Otc): «Esterrefatta per le decisioni della Procura esprimo tutta la mia solidarietà al collega Corrado Barbacini».

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