Massoni del Goi: a Trieste è nata “Humanitas” la settima loggia

Un’affollata cerimonia al Savoia ha festeggiato l’evento In città i “muratori” di questa obbedienza sono ora 180
Lasorte Trieste 05 11 05 - Corso Saba 20 - Sede Massoneria - Tempio
Lasorte Trieste 05 11 05 - Corso Saba 20 - Sede Massoneria - Tempio

Una nuova loggia del Grande Oriente d’Italia, la principale obbedienza massonica, ha “innalzato le colonne” a Trieste. Ha preso un nome antico in ambito massonico, “Humanitas”, conta poco più di una ventina di “fratelli”, ed è diventata la settima loggia triestina, tredicesima nel Friuli Venezia Giulia, ma non ultima dal momento che la quattordicesima è già in fase di costituzione a Udine. Ieri mattina con una cerimonia svoltasi all’hotel Savoia è stata ufficialmente riconosciuta dal Collegio circoscrizionale dei Maestri venerabili del Friuli Venezia Giulia che è presieduto dall’avvocato udinese Umberto Busolini. Si è trattato di una tornata circoscrizionale a logge riunite per festeggiare anche, seppur in ritardo, l’Equinozio di primavera e dato l’alto numero di “muratori” presenti, circa 180, non si è potuta svolgere nella Casa massonica di corso Saba. Dopo i Lavori rituali, la Tavola di riflessione è stata illustrata dal presidente del Collegio circoscrizionale del Veneto. Sono seguiti gli interventi dei fratelli della Circoscrizione del Friuli Venezia Giulia per chiudere con l’allocuzione del Gran maestro onorario, l’avvocato triestino Enzio Volli, data anche l’assenza del Gran maestro Gustavo Raffi.

Erano quasi una ventina d’anni che a Trieste non si costituiva una nuova loggia. Dopo quelle storiche: “Alpi Giulie”, “Guglielmo Oberdan”, “Nazario Sauro”, “Giuseppe Garibaldi” e “Italia”, quest’ultima indicata da una fonte massonica come «quella che raccoglie alcuni dei personaggi più noti in città, la più pragmatica e attenta alle questioni quotidiane» si era formata la “Ars Regia” di impostazione, pare, strettamente filosofica, che ancora in occasione della storica apertura al pubblico della Casa massonica, il 5 e 6 novembre 2005, non vantava il proprio labaro accanto agli altri cinque sul fondo del Tempio. La “Humanitas” non accoglie massoni di fresca investitura, dato che coloro che ne fanno parte sono in maggioranza già maestri, terzo grado dopo quelli di apprendista e compagno d’arte. Sono fuoriusciti da alcune delle altre sei logge triestine («Erano troppo affollate, una era riuscita addirittura a contenere una quarantina di fratelli, era diventato impossibile che tutti prendessero la parola», racconta un massone) e qualcuno proverrebbe addirittura da altre obbedienze. Comunque alcune investiture sono avvenute nei mesi scorsi e i massoni del Goi triestini oggi sono almeno centottanta. Quasi altrettanti sono quelli del resto della regione e che fanno parte delle logge “Aviano lodge” composta in gran parte da militari della base Usaf di Aviano, dalla “11 settembre” di Campoformido, dalla “Isonzo” di Gorizia, dalla “Paolo Sarpi” di San Vito al Tagliamento, dalla “Nuova Vedetta” e dalla Azzo Varisco” di Udine. Anche in ambito massonico vige una legge di rappresentatività e alternanza territoriale, per cui al vertice regionale al triestino amministratore di stabili Renzo Sagues è succeduto, conme detto, l’avvocato friulano Umberto Busolini. Due triestini occupano i posti di rincalzo: il medico Silvio Cassio della loggia “Ars Regia” è vicepresidente vicario, mentre l’avvocato Andrea Frassini della “Alpi Giulie” ha l’incarico di oratore, ruolo di depositario della regola massomica: entra in gioco ogniqualvolta c’è da dirimere una disputa interna. Accanto al Goi, è rappresentata in città la Gran loggia d’Italia. Nell’ultima uscita pubblica ha detto di contare a Trieste due logge: la “Tergeste” e la “Excalibur” di cui fanno parte anche 18 donne non ammesse invece nel Goi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo