Massaggi e sesso dalla Cina Blitz degli agenti in 8 centri

Sotto sequestro due strutture in via della Geppa e in via Baiamonti, denunciati i proprietari. Controlli in altri sei locali. Trovati scatoloni di preservativi
Di Corrado Barbacini
Foto BRUNI TRieste 28.03.12 Questura Trieste:controlli a Centri Massaggi asiatici in via Foscolo
Foto BRUNI TRieste 28.03.12 Questura Trieste:controlli a Centri Massaggi asiatici in via Foscolo

Il cliente entra nel centro massaggi. Si guarda attorno e, dopo aver fatto un cenno a una ragazza cinese che si trova nel locale, si dirige verso la zona rossa. Quella dove i massaggi non servono a lenire i dolori dell'artrite né quelli della sciatica. E lì incontra una ragazza. La scena si è verificata all’«Orizonti» in via Geppa. E poi si è ripetuta al centro “Huadu” in via Baiamonti 14/b. Anche lì massaggi troppo intimi e ben pagati.

Decine di episodi come questi sono stati verbalizzati negli interrogatori resi dagli stessi clienti dei due centri massaggi di via Geppa e via Baiamonti. Per settimane i poliziotti della squadra mobile hanno stazionato discretamente sulle strade vicino ai due locali, poi hanno avvicinato i clienti e li hanno convinti ad andare in Questura per essere interrogati come persone informate sui fatti.

Contemporaneamente al sequestro preventivo delle due strutture è scattato ieri pomeriggio un maxicontrollo che ha riguardato altri sei centri massaggi cinesi a Trieste. Gli agenti sono entrati in forza al “Kang Dao” in via Trento 15/c, al “Rosa Rossa” in via Polonio 3/a, al “Lotus” in via Rossetti 39/a, al “Violetta” in via Timeus 4, all’«Alba» in via Foschiatti 7/a e al “Mezzaluna” in via Gambini 4/2.

Il blitz è scattato d’intesa con il pm Federico Frezza. Gli agenti della quarta sezione hanno fatto irruzione poco dopo le 15. A quell'ora - così è stato detto - all’«Orizonti» c'era già un cliente in attesa del trattamento. L’altro locale era vuoto.

I due centri sono stati sequestrati, mentre per sfruttamento della prostituzione sono stati denunciati i proprietari, entrambi cinesi. Si tratta di QingFen Lin, 32 anni, abitante in viale XX Settembre; e di ZhenXiangg Chen, 47 anni, residente in provincia di Padova. Per tutto il pomeriggio, fino a tarda sera, i due sono stati interrogati in Questura dai poliziotti della Mobile. Denunciate altre dieci persone, tutte cinesi, sia per reati penali che per irregolarità amministrative.

Al momento dell'irruzione degli agenti nei centri massaggi finiti sotto sequestro c'erano una decina di ragazze cinesi pronte a incontrare i clienti. All'ingresso erano in bella mostra anche i dépliant con foto in quadricromia. L'offerta era mascherata con riferimenti esotici e orientali. Il prezzo - senza il “dessert” finale - andava da un minimo di 50 fino a 80 euro. A queste tariffe si aggiungeva poi quella per un rapporto sessuale. Nel blitz sono anche stati trovati alcuni scatoloni di preservativi.

Chi frequentava i centri cinesi di viale XX settembre e via Baiamonti - è stato accertato - pagava una tariffa di 50 euro per un cosiddetto massaggio normale. Cento euro invece occorrevano per ottenere una prestazione a quattro mani. A frequentare i locali erano professionisti, ma anche impiegati che trascorrevano così la pausa pranzo. Uomini, ma ultimamente anche donne in cerca di emozioni particolari.

Gli agenti hanno effettuato verifiche a tutto campo, anche riguardo il lavoro nero. Infatti è emerso che alcune massaggiatrici cinesi hanno presentato permessi di soggiorno per turismo. È chiaro il significato del blitz: bloccare sul nascere l’attività di sfruttamento della prostituzione.

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