Masè, spuntano 2 acquirenti: un triestino e un milanese
Una boccata di ossigeno, un raggio di sole, per la Salumi Masè Spa. Forse arrivano gli acquirenti. Due gruppi imprenditorali sono pronti a entrare in campo e acquisire i due fondamentali asset dell’azienda triestina da ieri in esercizio provvisorio dopo il decreto del giudice Giovanni Sansone e per la quale è stata depositata l’istanza di fallimento. Curatore è stato nominato il commercialista Giovanni Turazza.
Si è fatta avanti con l’avvocato Emanuele Urso e il commercialista Matteo Montesano (che rappresentano gli interessi dell’azienda di salumi per conto dell’amministratore Andrea Masè) una società di Milano. La struttura fa riferimento a due professionisti: Alfredo Manca ed Ermenegildo Minisini. Il primo è un operatore di borsa, ex bocconiano che ha lavorato come reponsabile nella gestione di alcuni fondi di investimento. Il secondo dirige una società finanziaria sempre del capoluogo lombardo. Hanno formalizzato una proposta di affitto d’azienda con la possibilità dell’acquisto dello stabilimento di via Ressel. Al momento l’impegno finanziario - ossigeno per mantenere in attività la struttura - ammonterebbe a oltre 300mila euro. Somma necessaria per la liquidità nella gestione ordinaria. Ma è chiaro che l’obiettivo è quello di entrare nell’azienda in modo concreto e direttamente mantenere i posti di lavoro. Passaggio che potrebbe avvenire al termine dei due mesi fissati dal giudice Giovanni Sansone per l’esercizio provvisorio. La seconda offerta riguarda la rete commerciale della Salumi Masè e in particolare i 15 negozi che distribuiscono i salumi in città. Qui si è fatta avanti la società Fast che fa riferimento ad Andrea Morgante e ha sede in Riva Grumula 2. La Fast Srl è già attiva in città nell’ambito del catering e della ristorazione in occasione di eventi. Anche questa società, da quanto si è saputo, entrerebbe nel business del commercio al dettaglio dei prodotti alimentari affittando i negozi Masè e continuando dunque l’attività sul territorio. Andrea Masè, amministratore delegato del salumificio dove lavorano 75 dipendenti già l’altra sera non aveva nascosto il suo cauto ottimismo. «Abbiamo fatto di tutto per mantenere la continuità», ha detto lasciando intendere che sono in corso contatti importanti per risolvere la situazione. Poi in una nota diffusa ieri pomeriggio dalla società Masè si ribadisce che «la produzione e l’attività dei negozi viene assicurata con garanzia di mantenimento degli standard» e che è «fondamentale l’appoggio dell’affezionata clientala per la prosecuzione dell’attività».
Ma il passivo pesa terribilmente sui conti dello storico salumificio triestino: 10 milioni di euro.
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