Masè si allarga, 20 nuovi punti vendita
Tutti chiudono? I prosciutti si allargano. Va dal fallimento all’ampliamento la storica ditta di produzione e vendita Masè, dopo l’acquisto lo scorso settembre della cordata friulana Bts che già da aprile aveva preso l’azienda triestina di via Ressel in affitto. Il primo annuncio è partito ieri, a tutta pagina. L’azienda cerca chi voglia cedere a Masè la propria attività di salumeria (ma anche un medio-piccolo negozio di alimentari) in vista dell’apertura nei prossimi sei mesi di «20 nuovi punti vendita». Una quantità del tutto rilevante, visto che ne sono già attivi 23, di cui due (uno a Trieste e uno a Udine) in versione “salumeria e ristorazione” e altrettanti due come “punto panino” (a Trieste e a Roma). Gli altri sono tutti in città, e non occorre descriverli tanto sono diffusi sul territorio, e noti.
Da questa operazione, che deriva da un ottimo andamento degli affari in questi mesi, (Bts afferma di aver aumentato del 20% il fatturato nel corso del 2013, primo di nuova gestione), deriveranno altre positive conseguenze: i nuovi imprenditori annunciano di avere come obiettivo prima di tutto il mantenimento e l’espansione di una azienda «con 140 anni di storia», in secondo luogo dimostrano fierezza nel prevedere la creazione di nuovi posti di lavoro (40-60 persone visto che ogni negozio ha due-tre addetti), e ultimo ma non ultimo si attendeno dall’operazione un’ulteriore crescita del fatturato da reinvestire in parte nell’azienda di produzione di San Dorligo «per produrre di più in vista dell’aumentata rete commerciale ma anche per migliorare la qualità e diventare sempre più competitivi».
Già nelle prime ore della mattina, ieri, l’annuncio aveva solleticato molti. Subito pronti a “cedere” negozi, ma perfino qualche ristoratore ha chiamato il numero di cellulare messo a disposizione, per evidentemente chiudere e incassare. In questi giorni l’annuncio apparirà anche in zona Friuli. Perché l’operazione (e questo è un altro dato significativo) non è affatto ristretta a Trieste. Anzi, in verità, solo minimalmente, essendoci appunto oltre 20 negozi più il “market” aziendale, una concentrazione di salumi e generi alimentari che sfiora il “porta a porta”.
Dunque Bts ha in realtà un altro obiettivo. Non si escludono nuove aperture in città, ma preminente è l’interesse a espandersi nel resto della regione, oggi decisamente sguarnita rispetto al capoluogo sede della ditta, dove azienda e punti vendita danno attualmente lavoro a 120 persone.
Con questo piano, Bts prevede nel 2014 si alzare il fatturato del 30%, anche se i nuovi negozi comporteranno un significativo investimento, pur non essendo stato a ora esplicitato se la ricerca di 20 sedi riguarda in ogni caso una offerta di acquisto dei locali, o è contemplato l’affitto. Nessun punto vendita sarà comunque in “franchising”: solo gestione diretta. L’intento è di ricavarne a sufficienza per investire anche sulla qualità del prodotto, in modo da aggredire meglio il mercato, in tempi di clientela certamente più parsimoniosa, anche se non meno golosa.
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