Masè, anche il “cotto” finisce in mano friulana
Alla Salumi Masè da oggi si parlerà friulano. Si chiama “Bts” la spa che - per ora pagando un canone di 10mila euro al mese di affitto - entrerà a pieno titolo nella gestione dello storico salumificio triestino di via Ressel travolto da un passivo di oltre 10 milioni di euro. Il canone complessivo di affitto prevede in parrticolare i marchi, le attrezzature, le scorte e la gestione dei rapporti di lavoro dopo l’intesa con le organizzazioni sindacali.
L’accordo per l’affitto d’azienda è stato definito ieri dal curatore fallimentare Giovanni Turazza, il professionista che era stato incaricato di affrontare la questione dal giudice Giovanni Sansone che ha fissato per lunedì 15 la firma del contratto vero e proprio. A lui nello scorso febbraio si era rivolto l’amministratore Andrea Masè che aveva depositato l’istanza di fallimento per la società. Nell’accordo sottoscritto non è stato trascurato l’aspetto occupazionale: dei 75 dipendenti della Masè, sono 65 quelli che saranno riassunti dalla “Bts”. Per 10 resta la cassa integrazione.
Amministratore della nuova società è Dino Fabbro, udinese, fino a qualche tempo fa proprietario di una serie di negozi della catena di supermercati Di Meglio in regione. Ma come referenti e consulenti la “Bts” si appoggia a una cordata imprenditoriale sempre friulana composta da Franco Soldati, presidente dell’Udinese calcio, all’imprenditore Carlo Fulchir e all’assessore alla caccia della provincia di Udine, Luca Marcuzzo. La “Bts” ha sede legale a Rho in provincia di Milano ma nasce come azienda di trasporti con una struttura operativa all’autoporto di Fernetti. Opera da trent'anni nel settore delle spedizioni nazionali ed internazionali via terra, aria e mare con assistenza completa e garanzia totale.
La strategia che ha portato all’acquisizione della Masè è la stessa che oggi consentirà alla “Bts” di chiudere a Castions di Strada l’affare dell’acquisizione del controllo del gruppo friulano Uanetto. Si tratta di quattro diverse aziende: macello, negozi, prosciuttificio di Sauris e l’azienda agricola. In pratica, semplificando, lo stabilimento di San Dorligo punterà sostanzialmente alla produzione del prosciutto cotto, un must della Masè, mentre l’azienda della Bassa friulana si occuperà del crudo prodotto anche a Sauris. La rete commerciale composta dagli 11 negozi di Trieste e dai 7 della provincia di Udine sarà verosimilmente unificata nei prossimi tempi.
Il raggio di sole dopo il crac era spuntato lo scorso 23 marzo. In quell’occasione l’amministratore della “Bts” aveva versato al curatore Giovanni Turazza la somma di 30mila euro come deposito cauzionale. Poi era addirittura stata avanzata dal curatore, attraverso un apposito bando, la possibilità che altri soggetti potessero concorrere all’acquisizione dell’azienda. La data-limite era stata fissata per ieri. E appunto ieri è stata decisa la sorte della Masè.
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