Mascherine gratis, a Trieste e Udine volontari in azione da lunedì mattina

A Trieste e Udine comincerà domani la distribuzione delle mascherine che la Regione ha promesso di consegnare gratuitamente a tutte le famiglie del Friuli Venezia Giulia. Non si tratta di protezioni sicure al 100% contro il coronavirus e lo precisa una nota del municipio triestino, sottolineando che «non sono un presidio sanitario né un dispositivo di protezione individuale, ma possono contribuire a limitare la diffusione del contagio da Covid-19». Il clima fra i primi cittadini è teso: oltre alle critiche per l’assenza di indicazioni sulle priorità da adottare nelle assegnazioni visti i quantitativi razionati, ieri una quarantina di sindaci - in maggioranza del centrosinistra anche se non manca più di qualche esponente delle forze di maggioranza - ha attaccato la giunta per il passo indietro sui tempi, inizialmente stimati in una settimana per tutta la regione.
A Trieste si partirà da alcuni rioni popolari densamente abitati e con alta presenza di anziani, mentre a Udine si preferisce un approccio più mirato con priorità alle famiglie con ultra 75enni. Intanto la distribuzione è già stata avviata in alcune decine di piccoli comuni del Friuli e del Pordenonese, mentre nella provincia di Trieste ad esordire è stato il municipio di Monrupino.
Il sindaco del capoluogo regionale Roberto Dipiazza informa che le mascherine sono già arrivate a Trieste e i volontari della Protezione civile partiranno domani mattina dalla sede di viale Miramare. Si comincerà con il rione di San Giacomo e poi con Borgo San Sergio, passando via via al resto della città. Come sottolinea Dipiazza, «non ci sono mascherine per tutti e il mio indirizzo è di darle alle persone più esposte: a questo ritmo di produzione serviranno almeno due mesi per coprire tutti. Accontenteremo una piccola percentuale ogni volta». La scelta è di limitarsi a indicare i vari quartieri di volta in volta, perché «individuare gli over 75 è complesso», dice il sindaco.
A Udine, il sindaco Fontanini aspetta «il primo contingente da 12 mila pezzi per lunedì: se arriverà in mattinata cominceremo subito, consegnando via via alle famiglie che hanno persone sopra i 75 anni. Non è un problema individuarle con il software dell’Anagrafe. Dalla Cina arriverà inoltre in settimana una fornitura di 10 mila mascherine da Xinyi, città con cui ci stiamo gemellando».
La consegna di due mascherine a famiglia avverrà nelle cassette delle lettere e dunque nessuno si presenterà alla porta dei singoli appartamenti. Data l’assenza di omologazione dei dispositivi prodotti da otto aziende regionali, il Comune di Trieste richiama la necessità di usarle asciutte e continuare a rispettare «tassativamente le indicazioni fornite dalle autorità per il contenimento dell’emergenza epidemiologica», a cominciare dalla distanza fra persone. Le mascherine potranno comunque rivelarsi utili a contenere le goccioline di saliva che sono veicolo di infezione, a patto che vengano immerse ogni giorno per dieci minuti in una soluzione idro-alcolica o con candeggina: il tessuto può reggere venti cicli di pulizia.
Nel frattempo quaranta sindaci del Fvg, – uno su cinque – attacca la giunta Fedriga per aver rivisto i tempi di consegna, che a questo ritmo rischiano di impiegare due mesi per soddisfare tutti, posto che solo nelle provincie di Trieste e Gorizia ci sono centomila nuclei familiari. Per i primi cittadini, «l’annuncio ha creato forte e legittima aspettativa, ma ci lascia col cerino in mano e ci mette nella condizione di dover smentire la vostra dichiarazione. Vi chiediamo una più puntuale indicazione sulla distribuzione delle mascherine, al fine di non creare aspettative che non possiamo soddisfare nella nostra popolazione, già fortemente provata». —
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