Marzi a caccia del bis a Muggia: «Polidori? Non mi spaventa»
Il sindaco uscente pronto alla sfida anche contro il vicesindaco di Trieste L’ex primo cittadino Nesladek: «L’esponente leghista è un oscurantista»
Laura Marzi e Paolo Polidori
MUGGIA «Non sono preoccupata. Non mi spaventa Polidori. Non lo ritengo un gigante». Laura Marzi, sindaco di Muggia, non è per nulla turbata dalla notizia della possibile discesa in campo per il centrodestra del concittadino e vicesindaco leghista di Trieste Paolo Polidori. La “sindaca de Muja”, che lunedì ha compiuto 59 anni, potrebbe considerarlo un regalo di compleanno avere come avversario alla prossime amministrative lo sceriffo delle Noghere (dove ha sede l’attività imprenditoriale di distributori automatici).
«Lo aspettiamo con ansia. Sarà una battaglia interessante. Conosciamo le sue “scerifatte”. Non è una sorpresa. Lo scorso febbraio, per Carnevale, si era già vestito da sindaco di Muggia con tanto di fascia tricolore indicando con il dito la presa del Municipio», spiega Marzi (Sel) che ha così l’occasione per confermare la sua ricandidatura a un secondo mandato come fu per il predecessore Nerio Nesladek del Pd.
E, in effetti, c’è la foto del cittadino Polidori in piazza Marconi a Muggia vestito da “sindaco di Muggia” con tanto di autodidascalia: «Ecco il nuovo Sindaco di Muja! Un balcone contro l’altro!», scrive Polidori il 20 febbraio in calce alla foto postata su Facebook. «Più che una scelta politica, c’è la volontà di fare carriera. Mi pare che Polidori punti ad altre cose. Fare il sindaco è un impegno molto forte che comporta pochi onori e molti oneri», spiega l’ex sindaco Nesladek. «Il personaggio Polidori, al di là della sua appartenenza alla Lega, è un oscurantista. E tutto serve a Muggia meno che la chiusura in se stessa. Anzi. Andrebbe ripresa l’idea della grande apertura della città all’Istria, verso la Slovenia e la Croazia».
Stefano Decolle, assessore che ha condiviso l’esperienza delle ultime due giunte di centrosinistra a Muggia, non crede che Polidori accetterà la sfida. «È ancora prematuro. In ogni caso se Polidori pensa di portare qui la modalità con cui fa il vicesindaco a Trieste, Muggia sarà ben lieta di continuare a vivere nella sua libertà e regola di comunità. Qui non abbiamo bisogno di sceriffi».
Nel recente passato, del resto, non sono mancati gli sconfinamenti istituzionali del vicesindaco di Trieste per segnalare il “degrado” (dal suo punto di vista, ovviamente) del Comune dove risiede. Nello scorso novembre lo sceriffo delle Noghere fu protagonista di un videoblitz nei pressi del molo Balota per riprendere un pseudo accampamento rom: «Una ragazzina coperta da macchie, croste, che le prudono tantissimo! Sindaco, ma dove sei?». Un allarme rientrato in meno di 24 ore. Questa fu allora la risposta dell’assessore muggesano Decolle: «La situazione era conosciuta. L’unico pensiero allegro, in questa drammatica circostanza, è che il vicesindaco Polidori abbia così tanto tempo libero».
Continua, intanto, il calciomercato della politica triestina a meno di un anno dalle amministrative. L’assessore forzista Lorenzo Giorgi smentisce alla “madame Bovary” l’intenzione (anzi il pensiero) di cambiare la casacca che indossa dall’8 marzo 1994, «cioè da prima della storica vittoria di Silvio Berlusconi e da prima di tutti (non me ne vogliano) gli attuali dirigenti, consiglieri, assessori triestini e regionali»: «Io sono Forza Italia, non mi ha mai sfiorato l’idea di prendere altre strade! Se i vertici locali lo riterranno, Lorenzo Giorgi nel 2021 sarà candidato (per la sesta volta) con gli azzurri di Berlusconi».
E per un attestato di fedeltà politica, arriva l’ultimo atto di infedeltà di Roberto De Gioia, il camaleonte della politica tergestina. «Per il centrodestra è logica la ricandidatura a Trieste del sindaco Dipiazza il prossimo anno. Siamo contenti del sostegno di De Gioia al sindaco: persona dalla indiscussa esperienza politica, però è ormai palese che De Gioia stesso non rappresenta Progetto Fvg in seno al Consiglio comunale e se necessario certamente ciò sarà formalizzato dal coordinatore regionale Sergio Bini», precisa con puntuale pignoleria Giorgio Cecco, esponente triestino di Progetto Fvg. Finalmente, verrebbe da dire, è stata fatta chiarezza. —
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