Martedì notte il rientro delle 9 vittime italiane da Dacca
DACCA. L’arrivo a Dacca di un aereo inviato dal governo italiano è il primo segnale concreto dell’imminente ritorno in patria delle salme dei nove connazionali, forse già domani notte o mercoledì. A bordo del velivolo hanno viaggiato membri dell’Unità di crisi della Farnesina e dello staff di Palazzo Chigi. La squadra si è posta l’obiettivo di realizzare il rimpatrio nei tempi più brevi possibili.
Renzi ieri ha ringraziato il presidente della Repubblica Mattarella che ha «scelto di interrompere il suo viaggio per stare vicino alle famiglie». Lo stesso capo dello Stato che anche ieri non ha fatto mancare le sue parole di cordoglio: «Tutti gli italiani sono con animo triste per i connazionali vittime di una violenza terrorista che semina morte in tutti i continenti». Renzi ha invitato i partiti e gli italiani a stringersi attorno alle vittime e a non fare polemiche sul blitz dei bengalesi. Anche perché «lo abbiamo visto: era un commando pronto a tutto. Abbiamo seguito in diretta ogni momento. Io credo che tutto sia necessario tranne ricostruzioni che poi spesso sono false. Loro sono entrati lì per uccidere».
È inutile dire che la vicenda ha scosso la comunità degli italiani che vive e lavora in Bangladesh, quasi tutta con interessi nel settore tessile. Molti non vogliono fare dichiarazioni, ma ammettono che si stanno «interrogando ora sulle prospettive future e sull’opportunità di restare, e rischiare così di doversi confrontare con nuove azioni dei gruppi fondamentalisti». Intanto il governo bengalese ha annunciato che oggi renderà omaggio ufficialmente alle vittime nello stadio dell’esercito del quartiere di Banani. Qui alle 10 la premier Sheikh Hasina deporrà corone di fiori sui 20 feretri degli stranieri morti e poi permetterà alla popolazione di tributare un estremo omaggio alle vittime, prima della loro partenza per i rispettivi Paesi.
In Italia, nei comuni in lutto per la morte dei concittadini, si attendono notizie e ci si prepara alle cerimonie funebri. L’addio a Claudia D’Antona, l’imprenditrice di 56 anni, sarà dato, in forma privata, nella parrocchia di Gesù Nazareno, in piazza Benefica, dove la donna era stata per tanti anni scout. «Mia sorella - è il ricordo di Patrizia D’Antona - era una persona che aveva un grande cuore, capace di grandi riflessioni interiori ma altrettanto aperta verso il prossimo, sempre pronta a legare con la gente e fare conoscere le persone tra di loro».
Bandiere a mezz’asta a Viterbo e Magliano Sabina, nel Reatino, per la morte di Nadia Benedetti e della sua dipendente Simona Monti, 33 anni e incinta al settimo mese. Dovevano tornare in Italia ieri. «Questa esperienza di martirio per la nostra famiglia e il sangue di Simona spero possa contribuire a costruire un mondo più giusto e fraterno», le parole del fratello sacerdote di Simona Monti.
In Campania, nel Casertano, si piange la morte di Vincenzo D’Allestro. «C’è tensione tra i cittadini - dice il sindaco di Piedimonte Enzo Cappello - perché fa male sapere come è morto; era a Dacca per lavoro, e non meritava questo. La famiglia si è stretta fortemente attorno alla moglie Maria Assunta, e sta affrontando la situazione con grande sobrietà». A Vedano al Lambro (Monza), dove vive la famiglia di Claudio Cappelli, il 45enne imprenditore tessile, è il giorno del silenzio. La sorella Valentina, mamma Rosa e papà Massimo non se la sentono di parlare. Sul web si susseguono i messaggi di cordoglio degli amici: «Ciao Claudione» scrive un amico «sono sconvolto, non ci credo»; «riposa in pace Claudio» scrive un'altro. E non mancano commenti di persone che invocano «vendetta» contro gli assassini.
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