Martedì l’addio a Maia Monzani Ziberna studia un’intitolazione
Si svolgeranno martedì mattina presto, alle 9, nella chiesa parrocchiale di Straccis, i funerali di Maia Monzani, con partenza dalla cappella dell’ospedale San Giovanni di Dio. E non è difficile immaginare che per quest’ultimo addio quel giorno l’intera città si mobiliterà, omaggiando come si merita la grande attrice, una delle figure più importanti del panorama culturale goriziano e non soltanto. La notizia della sua morte ha colpito profondamente Gorizia, tra gli addetti ai lavori e i rappresentanti delle istituzioni, gli uomini e le donne di teatro e di cultura ma anche i comuni cittadini che quel volto e quella voce inconfondibili avevano imparato a conoscerli ed amarli da decenni, sul palcoscenico ma anche fuori.
Alla cerimonia funebre parteciperà in veste ufficiale anche il Comune, sicuramente nella persona del sindaco Rodolfo Ziberna che tanto vicino è stato in questi anni a Monzani e che per lei ha speso parole commosse («Ha saputo essere eternamente giovane, per lei il tempo passava senza sfiorarla nemmeno»), parlando di una «perdita davvero grande». E, pur nelle ore del lutto e del dolore, della nostalgia già forte seppur così fresca, proprio Ziberna ha già iniziato a ragionare su ciò che la città potrà fare in un prossimo futuro per rendere immortale anche in modo formale un ricordo, quello di Maia Monzani, che nei cuori di chi l’ha conosciuta lo sarà comunque sempre.
Negli ultimi anni Gorizia ha salutato altri grandi del teatro che hanno dato lustro alla città, come Francesco Macedonio o Gianfranco Saletta, appartenenti peraltro di fatto alla stessa generazione di Monzani. Ecco allora che un’ipotesi su cui si lavorerà potrebbe essere quella di individuare degli spazi culturali, soprattutto in ambito teatrale, da intitolare a ciascuna di queste figure. E il Ridotto del teatro Verdi, ad esempio, potrebbe essere uno di questi. «Quel che è certo è che c’è l’assoluta volontà di ricordare adeguatamente la genialità di queste figure che tanto hanno dato alla nostra città – dice Ziberna –, e si tratta di progetti che porteremo avanti con il cuore, e non solo come atto istituzionale». Il sindaco era peraltro accanto a Monzani sul palco, nel 2017, quando il Comune la omaggiò con il riconoscimento dei “Tre soldi goriziani”. Furono grandi applausi, tra i moltissimi di una carriera straordinaria di attrice (ha recitato con le compagnie di Umberto Melnati, Alighiero Noschese, Annibale Nichi, Giulio Stival, Emma Grammatica e molti altri) ma anche di insegnante (ad esempio di dizione, dal 1977 all’Accademia di arte drammatica Nico Pepe di Udine, o curatrice di laboratori all’ex Opp di Gorizia). Ma nei suoi 93 anni intensi, difficili, ricchi di amore e di dolori, di progetti e amicizie, Monzani ha saputo farsi conoscere e amare anche e soprattutto come donna, come persona. Sincera, appassionata, presente. Ed è così che martedì Gorizia la ricorderà salutandola. —
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