Marina San Giusto, il silenzio alimenta l’ansia
Non vi è ancora alcun elemento di chiarezza per quanto riguarda il futuro del Marina San Giusto. Il prestigioso yacht club a due passi da piazza Unità, infatti, si trova sull’orlo del baratro e, purtroppo, potrebbe avere già superato tale limite. Due giorni fa si è riunito il Consiglio di amministrazione per provare ad attuare un salvataggio in extremis. Gli azionisti, nel corso del vertice societario, avrebbero dovuto ricorrere all’utilizzo di un salvagente del valore di un milione di euro per evitare, in questa maniera, di portare i libri in Tribunale e di vedere avviata la procedura fallimentare. Il versamento sarebbe di fatto la terza iniezione di capitali a seguito di un debito di circa quattro milioni e mezzo di euro contratto con le banche soprattutto per realizzare una diga, indispensabile per fronteggiare le mareggiate che, come avvenuto nel corso del 2003 e del 2008, avevano causato gravi danni alle strutture e a numerose imbarcazioni. L’incontro in questione, come è logico che sia, è avvenuto a porte chiuse. Porte che non hanno lasciato trapelare niente, al pari di chi ha preso parte alla delicata assemblea.
Alle parole dell’amministratore delegato Gianfranco Nobile, che ha chiarito di non volere rilasciare alcuna dichiarazione, hanno fatto seguito quelle del presidente Paolo Zelco, che tramite un sms ha fatto sapere di essere dispiaciuto, ma di dover rispettare la decisione del Cda di non riportare dichiarazioni. Eppure sono in molti a essere affezionati a quello che viene ritenuto come un punto di riferimento per il turismo nautico triestino. Le sorti del Marina San Giusto interessano particolarmente i diportisti che utilizzano i 214 posti barca di una realtà che è operativa dal 1991. In molti si chiedono il da farsi a cospetto di una situazione che potrebbe precipitare rapidamente. Da alcune indiscrezioni sembrerebbe che l’Autorità portuale, nel tentativo di tendere una mano in aiuto, sarebbe disposta a concedere una proroga della concessione relativa all’area occupata dallo stesso yacht club. «Se il Cda del Marina San Giusto non parla perché dovrei farlo io?», si chiede il commissario straordinario dell’Authority Zeno D’Agostino: «La situazione è delicata e in questo momento una parola in più o una in meno possono ancora fare la differenza».
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