Marina Julia e il Valentinis con i tunnel delle nutrie Adesso arrivano le gabbie

Già dichiarata guerra a ratti, piccioni e zanzare, il Comune di Monfalcone non è rimasto con le mani in mano di fronte alla minaccia di una diffusione delle nutrie sul territorio. A fronte del crollo lungo una sponda dell’argine tra Marina Julia e Marina Nova, dovuto al cedimento di parte delle gallerie scavate a quanto pare proprio dai roditori, già diffusissimi nelle campagne tra San Canzian, Fossalon e Staranzano, l’assessorato all’Ambiente ha incontrato il personale del Corpo forestale regionale per mettere a punto le azioni di contrasto previste dal Piano triennale di eradicazione della nutria, varato con la legge regionale numero 20 del 2017.
«Il Corpo forestale regionale ha già effettuato un monitoraggio nelle aree indicate, quelle tra Marina Julia e Marina Nova, ma anche lungo il canale Valentinis – spiega l’assessore all’Ambiente Sabina Cauci –, e a breve posizionerà delle gabbie per procedere alla cattura degli eventuali esemplari presenti di nutria, una specie, va ricordato, “aliena”, perché originaria dell’America meridionale». Introdotta in natura in Europa a causa della liberazione da allevamenti (la pelliccia è simile a quella del castoro), la nutria si è diffusa velocemente, creando problemi alla tenuta degli argini dei corsi d’acqua, in cui scava le sue tane.
«A differenza che nel suo ambiente d’origine qui di competitori non ne ha e quindi la sua popolazione è cresciuta a dismisura», sottolinea Cauci, ricordando come in Fvg siano state stimate in 70 mila le nutrie da eliminare. Se la presenza dei roditori a Monfalcone è probabile, ma al momento ancora presunta, è invece certa quella dei cinghiali nella fascia boscata tra Marina Julia e gli Alberoni, tra la zona del litorale e la strada che costeggia il Brancolo. In questo caso gli avvistamenti da parte di cittadini ci sono stati e l’amministrazione comunale si è confrontata con il Corpo forestale regionale anche su questo fronte.
«Il Comune in questo caso collaborerà con la Riserva di caccia di Monfalcone – afferma l’assessore all’Ambiente –, nel rispetto della normativa che limita anche numericamente il numero di capi da abbattere, per la collocazione di altane, cioè postazioni fisse per la caccia di selezione». Nell’ultima stagione venatoria a Monfalcone sono stati abbattuti quattro esemplari di giovani adulti di cinghiale e l’attività riprenderà a partire da maggio, con l’apertura della stagione 2019. «In questo caso pare che i cinghiali arrivino dalla zona della Riserva naturale della foce dell’Isonzo – aggiunge Cauci – che è in ritardo sulla messa a punto del proprio Piano faunistico. Come Comune di Monfalcone abbiamo quindi inviato una sollecitazione all’ente gestore perché si provveda, tenendo conto della diffusione di specie come quelle del cinghiale, che non ha pure dei competitori naturali in grado di limitarne la diffusione, e della nutria».
Intanto l’azione intensiva di contrasto ai topi attuata nel corso della fine dell’anno e tuttora in corso secondo l’assessorato sta contribuendo a migliorare la situazione esistente in città, mentre è in fase di realizzazione il metodo sperimentale di chiusura delle caditoie per limitare la proliferazione delle zanzare. —
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