Marina club, ancora in carcere i sei arrestati

Indagini verso la conclusione. L’accusa è di sfruttamento della prostituzione. Sono dodici gli indagati a piede libero



«Le indagini vanno verso la conclusione». È ciò che trapela dagli ambienti investigativi sloveni sul caso del “Marina sauna club, wellness e spa”, il locale di Ajševica (Nova Gorica) chiuso nel febbraio scorso per presunto sfruttamento della prostituzione, traffico di droga, traffico di esseri umani. Secondo quanto riporta il Primorski Dnevnik, i sei arrestati (i proprietari del club Dejan Surbek e Ioze Kojc e i collaboratori Vesna Ternovec, Marijan Adrian Serban, Aurel Donofe e Raj Stoica) sono ancora agli arresti. Ma il termine dei sei mesi di detenzione scade martedì prossimo e se l’atto di imputazione non sarà consegnato per tempo, i sei verranno scarcerati. Ma gli inquirenti rassicurano che le indagini verranno completate entro i termini previsti.

Sono dodici, invece, le persone che sono state denunciate a piede libero, la cui situazione è più “leggera” rispetto ai sei finiti al penitenziario.

Il “Marina sauna club, wellness e spa” sembrava un normale centro wellness con sauna. Certo, quell’aggettivo «erotico» che accompagnava tutte le pubblicità del locale non lasciava spazio a tante interpretazioni. Ma, all’apparenza, era un luogo dove far passare agli uomini un po’ di tranquillità e dove poter ottenere «coccole – si poteva leggere sino a qualche tempo fa sul sito internet del locale – in un’atmosfera erotica. Un’oasi di relax dotata di Jacuzzi, piscina esterna riscaldata, sauna finlandese, turca, bio e infrasauna».

Ma dietro quell’insegna come tante altre si celava, secondo l’accusa, un vero e proprio “supermercato del sesso”. Quel viavai continuo e incessante di uomini (anche da Gorizia e dal Nordest intero) era balzato all’occhio. Era talmente inarrestabile da richiedere un supplemento d’indagine alla Polizia slovena. E i controlli, evidentemente, avevano dato esito positivo. Prova ne siano i sei arresti e le 12 denunce.

Le ballerine (secondo la Polizia slovena dal 2014 al febbraio scorso si sono prostituite 300 donne al Marina) erano di nazionalità rumena, ucraina, albanese e di altri Paesi dell’ex Jugoslavia.

Da Gorizia, poi, arrivava una buona fetta di clientela della spa a luci rosse. Prova ne sia le tante targhe italiane delle automobili parcheggiate nel parking esterno. Ma, come evidenziato sin dalla prima ora, le indagini non avevano coinvolto nessun goriziano, anche perché al limite i clienti erano “beneficiari” delle prestazioni sessuali e non certamente organici all’organizzazione del presunto sfruttamento della prostituzione. Il prezzo d’entrata per tutto il giorno al “Marina club” ammontava a 85 euro. E potevano accedervi soltanto uomini.

Il biglietto d’ingresso comprendeva l’entrata nel club, l’uso illimitato delle offerte spa, un’offerta definita «abbondante» del buffet self–service, tutte le bevande analcoliche.

All’entrata del locale, poi, c’era una sorta di rito con la consegna al cliente di un accappatoio, di un asciugamano, di un paio di ciabatte. Compreso nel prezzo anche l’utilizzo di un armadietto per riporre i propri vestiti e gli effetti personali. —



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