Marescotti manager d’oro, stipendio da 373.700 euro

Nel 2010 all’ex Friulia 373mila euro. Ecco le paghe di tutti i “regionali”

TRIESTE Inarrivabile. Federico Marescotti, a posteriori, si toglie l'ultima soddisfazione: incassa 373.700 euro, nel solo 2010, e sbaraglia tutti. L'esuberante supermanager che Riccardo Illy ha "importato" in Friuli Venezia Giulia ai tempi della nascita di Friulia holding, quello che Renzo Tondo ha infine congedato, vincendo resistenze trasversali, si congeda con un primato: è l'amministratore più pagato. E di gran lunga. Nessun presidente, amministratore o consigliere più o meno delegato della nutritissima schiera dei nominati o indicati di Palazzo nella galassia di società partecipate e controllate insidia il primato dell'ex numero uno della "cassaforte finanziaria" della Regione.

Non Dario Melò, l'ad di Autovie venete, che pur si difende egregiamente con 225.000 euro e la piazza d'onore. Non Dino Cozzi, l'ad del colosso informatico Insiel, che pur guadagna 150.000 euro e il terzo posto in classifica. Figurarsi gli altri. A rivelarlo, ponendo fine all'attesa e alle polemiche sollecitazioni dell'opposizione, è il sito istituzionale della Regione dove, su pressing dell'assessore regionale alle Partecipate Sandra Savino in versione "pasdaran" della trasparenza, la pletora degli amministratori di pubblica nomina viene messa a nudo: il nome, la mansione, la durata della carica e soprattutto le prebende di chi siede su una poltrona, una poltroncina o uno strapuntino controllato dalla Regione sono ora affissi all'albo virtuale di Internet.

Gli incassi, almeno per ora, sono quelli del 2010: chi è arrivato da poco, come Edi Snaidero e il nuovo team di Friulia, può attendere. Ma non troppo. La "glasnost" saviniana, infatti, è implacabile: la pubblicità dei compensi degli amministratori pubblici va onorata con cadenza semestrale e quindi, d'ora in poi, con riferimento agli introiti maturati al 30 giugno e al 31 dicembre di ogni anno. Chi sgarra, paga: la "multa" arriva sino a 10mila euro. Nella prima lista, sin d'ora, conferme e sorprese. Chi l'avrebbe detto, ad esempio, che c'è più di un "martire" che assume un incarico senza nulla chiedere? Cliccare, per credere: Dario Danese, l'alto dirigente della Regione, presiede gratuitamente l'Aeroporto Amedeo Duca d'Aosta.

Michelangelo Agrusti, il politico di lungo corso oggi vulcanico "papà" della società hi-tech Onda, guida a sua volta a costo zero il Polo tecnologico di Pordenone. Ancora: i dirigenti della Friulia nominati alla Bic e alla Friulia Sgr, come Enrico Paggi, Sandro Benvenuti e Marco Signori, devolvono i compensi spettanti alla "casa madre". Così non fan tutti, naturalmente. Ma, ormai, tutti sono "a dieta": la Regione, come ricorda la stessa Savino, ha già tagliato i compensi dei cda del 10% e ridotto il numero di scranni ancor prima dell'offensiva tremontiana. Per carità, non tutti piangono. E Marescotti, surclassando in busta paga persino il governatore carnico che rischiò un "coccolone" quando scoprì che il "suo" supermanager aveva sostituito l'Alfa 166 di rappresentanza con una Jaguar «seppur economicamente vantaggiosa», ride più di tutti, con i quasi 400mila euro guadagnati nel 2010, in virtù di un cumulo di responsabilità e incarichi: Friulia holding frutta 262.500 euro, compresi i 112.500 euro per "speciali incarichi e premi di risultato", ma poi c'è il cda di Autovie che vale 16.200 euro e la presidenza di Friulia sgr, la società di gestione del discusso fondo di venture capital "Aladin", che ne garantisce ben 95.000 euro.

Non se la passano troppo male neppure gli ex colleghi della holding che, nel 2010, era ancora "duale": Augusto Antonucci, allora presidente del consiglio di sorveglianza, ottiene 100.000 euro mentre Guglielmo Nifosì, consigliere revisore, ne prende 60.000 e Michele Degrassi, vicepresidente del consiglio di gestione, 48.000 euro. I vertici di Autovie, alle prese con l'improba sfida della terza corsia, marciano intanto a più velocità: Melò, l'ad chiamato a scovare quasi 2 miliardi, conquista il premio di 75.000 euro e ne riceve complessivamente 225.000, mentre il presidente Emilio Terpin ottiene 45.000 euro, il vice vicario Enzo Bortolotti 41.200 euro e il vice "semplice" Lucio Leonardelli solo 26.200 euro. Non se la passano affatto male neppure i "diarchi" dell'Insiel: il presidente Valter Santarossa, pur non raggiungendo i 150.040 euro dell'ad, guadagna 103.040 euro.

Decisamente meno retribuiti gli altri nominati di Palazzo: l'ormai ex presidente di Agemont, Alberto Felice De Toni, prende ad esempio 36.000 euro mentre l'amministratore unico delle Ferrovie Udine-Cividale Corrado Leonarduzzi ne ottiene 40.000; il presidente dell'Interporto di Cervignano, Tullio Bratta, porta a casa 28.800 euro mentre quello di Alpe Adria, Giorgio Gomisel, ne incamera "solo" 27.090. Più cospicua la remunerazione di Luca Vidoni che, sino al novembre 2010, è stato presidente di Promotur: il suo compenso ammonta a 66.181 euro. E pazienza se la società di gestione dei poli sciistici chiude, come peraltro da tradizione, in rosso: "mamma Regione", si sa, accorre e soccorre.

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