Mare inquinato, Muggia e Duino nella lista nera di Legambiente

Nella mirino anche le acque delle foci dello Stella e dell’Isonzo. Promosse Barcola, Grado, Lignano e Marina Julia

TRIESTE. Sono le foci di fiumi, torrenti e canali le acque più inquinate in Friuli Venezia Giulia. Il monitoraggio di Goletta Verde, che in regione ha interessato otto aree, ha evidenziato come gli sbocchi sul mare dei corsi d’acqua siano i punti maggiormente critici, tanto che le zone classificate come inquinate sono tutte in corrispondenza di foci. A risultare non a norma con i parametri previsti dalle normative sulle acque di balneazione è addirittura il 50% delle aree prese in esame: quattro siti su otto, infatti, non hanno superato l’esame di Legambiente.

In particolare sono state trovate fortemente contaminate dalla presenza di batteri fecali le aree del Villaggio del Pescatore (all’imbocco del porticciolo) a Duino Aurisina, il canale in zona Caliterna a Muggia e la foce dello Stella a Precenicco. Inquinata, anche se in misura minore rispetto alle altre situazioni, anche la foce dell’Isonzo a Punta Sdobba (Grado). Restano entro i limiti di legge, invece, le rilevazioni effettuate nelle spiagge: la scogliera di Barcola, Lignano Sabbiadoro, Grado e Marina Julia hanno evidenziato parametri in linea con i valori di legge.

I responsabili di Legambiente sottolineano come la realtà preoccupante dei corsi d’acqua in regione sia correlata in particolare a carenze negli impianti di depurazione (non solo nelle aree costiere), talvolta assenti oppure non a norma nonostante la direttiva europea in materia sia datata 1991. L’Italia è stata sanzionata dall’Unione Europea in questo senso e a questa condanna hanno “contribuito” anche due situazioni del Friuli Venezia Giulia, in particolare l’agglomerato Trieste-Muggia- San Dorligo e Cervignano che tuttavia non sono le uniche realtà critiche. «Ci preoccupa molto la vicenda relativa all’impianto di depurazione di Grado - dichiara Elia Mioni, presidente di Legambiente Fvg -, un impianto che potrebbe non garantire la depurazione delle acque reflue derivanti in gran parte da scarichi di abitazioni. Se si considera che l’intera frazione di Fossalon è ancora priva di rete fognaria e che i nuovi insediamenti previsti dai progetti Grado 3 e Zamparini city, determinerebbero un aumento della richiesta di capacità di depurazione dell’impianto, risolvere queste criticità diventa fondamentale». «Il nostro monitoraggio – aggiunge Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde - conferma quanto già emerso dai dati dell’Istat 2009 secondo cui il Friuli Venezia Giulia ha il 77,3% di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione, un valore inferiore di oltre quattro punti percentuali rispetto alla media delle regioni costiere del Nord Italia, pari al 81,9%». Un dato che, tradotto in numeri assoluti, porta a circa 500 mila i cittadini (considerati anche i turisti che soggiornano in regione) che non usufruiscono di un adeguato sistema di depurazione.

Secondo la presidente triestina di Legambiente, Lucia Sirocco, «bisogna quanto prima estendere a tutti i nuclei abitati, soprattutto quelli carsici, il servizio di rete fognaria e monitorare attentamente le foci per ridurre non solo il rischio sanitario, ma anche e soprattutto per continuare a garantire la qualità ecologica del territorio. La priorità - conclude Sirocco - è quella di adeguare il depuratore di Trieste a quanto richiesto dalla normativa di settore».

Il problema delle foci, peraltro, non è una peculiarità solo del Friuli Venezia Giulia visto che gli sbocchi in mare dei corsi d’acqua italiani sono inquinati nell’86% dei rilevamenti. Quanto ai reati nelle zone costiere e in mare (soprattutto abusivismo edilizio e pesca illegale), il dossier Mare Nostrum, realizzato sempre da Legambiente, pone la nostra regione al 13° posto in Italia con 220 infrazioni accertate, 261 denunce e arresti e 54 sequestri. In proporzione ai chilometri di costa, comunque, il Fvg si colloca leggermente sopra la media nazionale.

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