Marano: Ronchi punti su charter e turismo

Parla il nuovo presidente: «Deve essere anche uno scalo di arrivi: penso alla Germania. L’alleanza con Venezia è possibile»
L'aeroporto di Ronchi
L'aeroporto di Ronchi

TRIESTE. «Trasformare quello di Ronchi dei Legionari da aeroporto di partenze qual è a scalo anche di arrivi». Detta così sembra quasi semplice da realizzare la nuova mission per la società Aeroporto Fvg che pone Antonio Marano, 54 anni nominato venerdì presidente dalla Giunta Serracchiani. Si insedierà al vertice dello scalo regionale dopo l’assemblea del 27 maggio che chiuderà un bilancio in perdita per 1,25 milioni di euro e riceverà il testimone da Sergio Dressi che finirà così un burrascoso rapporto con il socio unico, cioé la Regione. Marano era amministratore delegato di Unicredit logistics la società che all’epoca della proposta del superporto Trieste-Monfalcone sostenne di aver provato la freddezza degli ambienti politico-imprenditoriali triestini e l’ostruzionismo di quelli isontini. Poi è stato presidente di Tami, la società che controlla Trieste terminal passeggeri.

Antonio Marano
Antonio Marano

Dottor Marano, passa dal mare all’aria ma torna a operare in regione e in un ruolo delicato. Come si sente?

Mi onora il fatto che torno in regione da civil servant (lo è chi rende un servizio all’amministrazione pubblica, ndr.) e so che mi aspettano un lavoro duro e un compito difficile.

L’atmosfera sarà meno tesa di quella che contraddistingueva il rapporto della precedente presidenza dell’aeroporto con la Regione?

La sponsorship della governatrice mi rassicura in questo senso e dovrebbe consentirmi una gestione più tranquilla rispetto alla precedente visti anche gli obiettivi che sono e saranno condivisi.

Guadagnerà però anche meno (60mila euro lordi) rispetto al suo predecessore (Dressi aggiungeva ai 50mila di presidente, 40mila da amministratore delegato)

Non di solo pane vive il manager, in tempi di ridefinizione dei compensi ai manager pubblici, compromessi sulla parte redittuale possono starci. Non ci sto però a essere definito un presidente low cost, come è stato fatto. Nella governance le mie responsabilità saranno di tipo strategico, mentre gli incarichi esecutivi e di gestione saranno in capo al nuovo direttore generale (Paolo Stradi non sarà riconfermato nella carica).

Chi sarà il direttore generale?

Dichiarazioni già fatte dall’azionista rimandano al fatto che verrà selezionato in base a criteri di mercato e mi pare il metodo giusto da seguire che permette di scegliere tra una rosa di candidati. La mia opinione è che bisogna intercettare la diaspora: validi manager regionali stanno lavorando in altre regioni o all’estero, probabilmente è il momento di farne tornare almeno uno indietro perché penso che chi è originario di queste zone, rimane comunque idealmente radicato in questo territorio oltre ad esserne un conoscitore.

In che situazione versa l’aeroporto di Ronchi?

È rimasto fuori dai giri delle grandi alleanze, delle aggregazioni, come altri scali di secondo livello, penso ad esempio a Catania, che sono rimasti al palo e devono accontentarsi dei feeder. Oggi è un’aeroporto di partenze, deve essere anche uno scalo di arrivi.

Come si fa?

Serve un profondo ragionamento sul posizionamento turistico della regione, c’è necessità di una più profonda operazione di incoming e per questo voglio confrontarmi al più presto in particolare con Turismo Fvg. Il Friuli Venezia Giulia può essere una meta ideale per i fine settimana di tanti austriaci e tedeschi e non solo. Una famiglia di Monaco ad esempio dovrebbe avere estrema facilità di raggiungere la propria seconda casa a Lignano, Grado o Trieste. Ma certo bisogna trovare i vettori. Un altro business inespresso può essere legato alle crociere che anche in periodi di crisi sono cresciute ovunque tranne forse qui. Dobbiamo avere i charter che portino turisti da tutta Europa per imbarcarsi a Trieste.

Con Venezia deve essere accresciuta la collaborazione?

È una scelta che deve essere condivisa con l’azionista. Con Save non mi sono ancora confrontato, ma credo che vi sarà una certa facilità di dialogo.

C’è il progetto del Polo intermodale per portare finalmente il treno in aeroporto.

Non lo conosco ancora nei dettagli, ma mi sembra fondamentale per sfruttare al meglio il potenziale non solo dell’aeroporto, ma anche di una regionale straordinaria eppure ancora un po’ dormiente.

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