Manifesto Calenda, c’è Andrea Illy tra le firme: «Atto di buon senso»
TRIESTE C’è anche Andrea Illy tra i sostenitori dell’iniziativa “oltre il Pd” messa in cantiere da Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.
«Il momento è delicato per l’Unione europea e per il nostro Paese: stavolta non ho potuto sottrarmi», spiega Illy mostrando preoccupazione per «l’indebolimento dell’Europa», per un’opposizione italiana «non organizzata» e una maggioranza «poco chiara».
L’imprenditore triestino compare così tra i primi cento firmatari - tra uomini di economia, intellettuali e amministratori - del “Manifesto per la costruzione di una lista unica delle forze politiche e civiche europeiste alle elezioni europee”.
Non prove di scissione, precisa Calenda. Tanto meno l’intenzione di un partito personale: «Resto nel Pd, ma il Pd non basta». Neanche una riedizione dell’Ulivo: «O c’è una grande mobilitazione popolare o il progetto non tiene».
Un progetto che Andrea Illy ha sposato convintamente. «L’Ue è in difficoltà ma non c’è alternativa, altrimenti i singoli membri si ritroveranno alla mercé delle superpotenze – osserva –. La lista è di qualità, con persone che ho conosciuto e apprezzato come lo stesso Calenda, Alberto Bombassei e il sindaco Giuseppe Sala. All’ex ministro ho in ogni caso chiarito che non sono disponibile a nessun tipo di candidatura. Il modo migliore per sostenere le azioni politiche di buon senso è fare al meglio il proprio mestiere».
A confortare Calenda è per adesso il fatto che, «per una volta, dall’ex premier Paolo Gentiloni a Marco Minniti, ai candidati alla segreteria Maurizio Martina e Nicola Zingaretti, sono tutti d’accordo».
Il Manifesto è rivolto, oltre che alle anime dem, anche a “+Europa” di Emma Bonino e “Italia in comune» del sindaco di Parma Federico Pizzarotti. «Ma soprattutto agli italiani», dice Calenda puntando a utilizzare le settimane fino al 21 marzo, data indicata da Romano Prodi come «grande festa europea», per moltiplicare le adesioni. Ipotesi candidatura a Bruxelles? «Se il progetto, che vuole parlare agli elettori popolari, liberali e social democratici, vedrà la luce sì, mi candiderò». —
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