Maniaco sessuale a piede libero a Monfalcone

In due mesi quattro vittime. La denuncia: «Mi toccava dappertutto e sono scappata. È perfino salito nella mia auto». L’uomo si slacciava i pantaloni
Un'immagine generica di un maniaco sessuale
Un'immagine generica di un maniaco sessuale

MONFALCONE Il maniaco di via Bixio non è solo un esibizionista che si sbottona la cerniera ed esibisce i genitali. Due settimane prima dei fatti segnalati sabato scorso al Commissariato di Polizia ha adottato una strategia ben più aggressiva, finendo per mettere le mani addosso alla sua “preda”, una ragazza di 24 anni, brutalmente palpeggiata dall’uomo.

Verso le 19 l’ha aspettata, avvicinata e messa all’angolo contro una rete metallica in via Barbarigo, in pieno centro, allungando le mani ovunque. Tutto in una manciata di minuti che hanno profondamente turbato la giovane, una studentessa di Giurisprudenza che sovente al pomeriggio studia alla Biblioteca comunale. Tanto da spingerla a muovere una querela - e non una semplice segnalazione - contro l’ignoto aggressore, descritto anche in questo caso come un uomo sul metro e 70 di altezza, con la «carnagione scura tipica bengalese» (così è scritto nel verbale), capelli neri e corti, di età compresa tra i 25 e 30 anni, privo di baffi, barba o altri segni particolari. Nell’occasione indossava un bomber chiaro, forse color ocra, col cappuccio in pelo, e jeans blu. La ragazza saprebbe riconoscerlo, anche perché già in una seconda occasione, ad agosto, l’uomo aveva tentato l’approccio.

Caccia al maniaco esibizionista di via Bixio
Bonaventura Monfalcone-05.02.2013 Pulizia-Piazza della Repubblica-Piazza Falcone-Piazza Montes-via Sant'Ambrogio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

La Polizia, che è al lavoro e non ha fornito comunicazioni specifiche in merito, dà la caccia all’uomo: ci sarebbe un agente incaricato di seguire i casi. E intanto spunta un terzo episodio avvenuto a ottobre, ancora tutto da chiarire, ma sempre dai contorni inquietanti, che ha coinvolto due studentesse, pare maggiorenni, impegnate a ripassare la lezione in una sala di via Ceriani. Le due avrebbero visto un uomo dalle fattezze asiatiche che all’improvviso, davanti ai loro occhi, si è denudato, masturbandosi. Questo è il racconto da loro reso, subito dopo la “performance”, a due bibliotecarie. Agenti di polizia, nelle scorse settimane, si sono recati in via Ceriani. Ma l’episodio è rimasto ignoto fino a ieri, quando la stessa studentessa aggredita in via Barbarigo lo ha riferito, a margine dei fatti che purtroppo l’hanno coinvolta, pensando possa trattarsi dello stesso maniaco. Si è decisa a raccontare la sua storia, affinché non capiti qualcosa di analogo o addirittura peggiore a un’altra ragazza, magari più giovane.

È il 23 novembre, un lunedì. Sono le 19 e la 24enne è appena uscita dalla Biblioteca per dirigersi in via Barbarigo dove ha lasciato l’auto. «Mi si avvicina un tizio - racconta - che con tono aggressivo mi fa: “Sono venuto 15 volte in Biblioteca e non ti ho mai visto. Adesso vieni a bere un caffé con me”». Piccola premessa: ad agosto, in circostanze analoghe, l’uomo aveva tentato un abbordaggio, sempre con la scusa della tazzina offerta, ma aveva poi dovuto desistere perché all’improvviso era sbucato un amico della vittima, costringendolo alla ritirata, senza riuscire ad allungare le mani. La ragazza, già allora, era stata ferma nel rifiuto a ogni invito, ma con educazione, senza cioè mandarlo a quel paese. «Io non ho nulla contro i bengalesi - precisa -, infatti ho cercato di essere sempre cortese, penso solo che chi si comporta male vada punito, indipendentemente dall’etnia». Lui le aveva anche chiesto se frequentasse la Biblioteca e lei, per liberarsene e pensando che in un luogo affollato potesse subìre meno attenzioni, aveva risposto affermativamente. In questo senso va inquadrato l’esordio, quel lunedì, del maniaco.

Dunque di fatto al secondo incontro, la ragazza declina nuovamente e cerca di salire in auto. Ripone prima lo zaino nel bagagliaio ed è lì che subìsce il primo palpeggiamento al fondoschiena. «Mi volto per sfuggire, ma lui mi viene contro e mi tocca sia il seno che le parti intime, schiacciandomi contro la recinzione di una casa - dice -. Per divincolarmi giro attorno all’auto. Lui mi segue. Riuscendo a recuperare il cellulare, allora lo minaccio di chiamare la polizia. Niente. Entra nella macchina e così mi allontano a piedi. Ma questo lo induce a uscire e inseguirmi. Intanto dice “Dai, dai” e, slacciandosi la cintura dei pantaloni, mi fa capire chiaramente le sue intenzioni». È a quel punto che frettolosamente la ragazza, sotto choc, riesce a salire in auto e dare gas. «Guardo lo specchietto retrovisore e lui è ancora lì che mi corre dietro», conclude. Nel giro di un’ora la ragazza è in Commissariato, a sporgere querela.

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