Mangiarotti verso l’intesa con Westinghouse

Mangiarotti in difficoltà, il cda è fiducioso: l’ingresso di Westinghause è questione di poco. «All’unanimità il consiglio di amministrazione esprime un ragionevole convincimento di una favorevole chiusura dell’operazione con Westinghouse elecrtic company in tempi brevi, per cui ha esaminato ed approvato il progetto di bilancio 2013». Tre righe assolutamente scarne, questo il comunicato arrivato ieri pomeriggio dall’azienda, firmato dallo stesso presidente Andrea Oddi. Ma che a quanto si è saputo hanno lasciato tutti i dubbi e le preoccupazioni a lavoratori e sindacato, la Fim Cisl che proprio nella giornata di ieri aveva proclamato uno sciopero di due ore alla mattina a Monfalcone e nel pomeriggio a Sedegliano con altrettante assemblee.
L’azienda è leader nel suo campo dell’oil&gas e nel settore degli impianti nucleari, ci sono commesse fino al 2017, ma c’è un’incredibile crisi di liquidità che non permette di acquistare le materie prime da lavorare. «I lavoratori non hanno dubbi chiedono a gran voce che entri come socio privato la Westinghouse che è un cliente affidabile, conosciuto e apprezzato da tempo - spiega il segretario della Fim-Cisl, Sergio Drescig - ma quello che non si comprende è perchè si sta tirando così a lungo le trattative e perchè dall’azienda e da Friulia che detiene il 30% non si sa nulla. vediamo con favore Werstinghouse, non altre finanziarie sconosciute». Sindacato e lavoratori chiedono che si faccia presto a chiudere e lanciano un altolà alla Regione: «Friulia e Regione non ci dicono cosa stanno facendo - chiude Drescig - devono fissare un incontro per fare chiarezza sulla situazione. Abbiamo fatto due ore di sciopero, se non otteremo risposte faremo azioni più incisive». (g.g.)
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