Mangiarotti passa di mano. La proprietà sarà canadese
MONFALCONE Nuovo capitolo per la Mangiarotti di Monfalcone (e per la sede friulana di Pannellia). Lo stabilimento innovativo e supertecnologico del Lisert impegnato sulle commesse di oli&gas, ma soprattutto su quelle degli impianti nucleari, passa di mano.
Westinghouse Electric Company, l’attuale proprietaria, leader mondiale nella tecnologia nucleare dei carburanti e dei servizi connessi, schiacciata dai debiti (6,7 miliardi) per mancanza di liquidità dopo che si è sfilata Toshiba (che ha rischiato di rimanere schiacciata a sua volta) è stata salvata da un fondo finanziario canadese.
È notizia di questi giorni infatti, dei primi di gennaio, che l’azienda ha «accettato di essere acquisita da Brookfield Partners Lp, assieme ad altri parner istituzionali (collettivamente la definizione è Brookfield), per circa 4,6 miliardi di dollari. È quanto riferisce in maniera molto chiara lo stesso sito della Westinghouse e di riflesso quello della sede della Mangiarotti che, a Monfalcone, occupa qualcosa come 240 lavoratori che si aggiungono ai circa 100 di Pannellia a Sedegliano, a pochi chilometri da Udine.
Si tratta alla fine di un vero e proprio salvataggio di un’azienda, la Westinghouse, che a Monfalcone in particolare ha uno stabilimento che sta lavorando a pieno ritmo con commesse miliardarie, dove non c’è nessuno in cassintegrazione, ma che per ultimare i lavori ha bisogno di una situazione di alta stabilità finanziaria con liquidità garantita. Una posizione che può essere tranquillamente assicurata dal fondo canadese Brookfield. Il prezzo di acquisto, spiega la stessa azienda, riguarda infatti «sostanzialmente tutto il business globale di Westinghouse Electric Company e dei suoi debitori affiliati debitori in possesso collettivamente Werstinghouse), esclude i contanti ma include l’assunzione di determinati obblighi pensionistici, ambientali e di ogni tipo». Insomma, un’acquisizione del pacchetto completo nello stesso stile che ha contrassegnato l’ingresso di un fondo come Patriarch (della miliardaria Lynn Tilton) per l’’ex Ansaldo Asi che è stata rimessa in salute, rilanciata dal fondo sul fronte industriale e finanziario e poi rivenduta con successo alla giapponese Nidec, e che ora vede un ulteriore rilancio.
Un percorso positivo per la Nidec che si spera valga anche per Westinghouse e in particolare per la Mangiarotti. «L’acquisizione da parte di Brookfield di Westinghouse riafferma la nostra posizione di leader nell’industria nucleare globale - ha dichiarato il presidente e Ceo di Westinghouse Josè Emeterio Gutierrez -, la nostra trasformazione e il processo di ristrutturazione strategica stanno creando un’attività di Westinghouse globale più forte, stabile e più snella, a vantaggio dei nostri clienti e dipendenti».
Ma come tutte le acquisizioni di questa portata, considerate anche le commesse miliardarie in ballo e le formalità burocratiche, oltre che i passaggi azionari, non è ancora conclusa. Il passaggio di Westinghouse a Brookfield infatti, fa notare la stessa azienda ufficialmente, dovrebbe concludersi nel terzo trimestre del 2018 e tutta l’operazione è subordinata all’approvazione del Tribunale fallimentare, che dovrà dettare tutte le condizioni del passaggio oltre che le parti regolamentari.
Durante questa fase la Westinghouse e la controllata Mangiarotti con le sedi di Monfalcone e Pannellia, sottolinea la proprietà, continueranno a operare normalmente portando avanti le commesse acquisite. La stessa Westinghouse poi ha annunciato di aver affidato la consulenza finanziaria a Pjt Partners, quella legale a Weil, Gotshal & Manages e AlixPartner.
La notizia è piombata anche in casa dei sindacati che stanno seguendo con attenzione e preoccupazione l’evolversi del passaggio visto il percorso turbolento di questi anni per la Mangiarotti. Sembra sia previsto per il 17 gennaio un incontro con le rappresentanze sindacali promosso dagli stessi vertici della Mangiarotti in Confindustria a Udine.
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