Mangiano bacche velenose: cinque ricoverati a Trieste
TRIESTE Cinque persone sono state ricoverate nei giorni scorsi all'ospedale di Cattinara, a Trieste, presentando segni di intossicazione da Atropa Belladonna.
Il grave caso, che risale a lunedì 17 agosto, viene reso nooto solo ora dalla Direzione sanitaria dello stesso nosocomio giuliano.
La sintomatologia era caratterizzata da dolori addominali, secchezza delle fauci, allucinazioni e agitazione psicomotoria e si era presentata dopo l'ingestione delle bacche raccolte nei boschi dai cinque malcapitati e scambiate accidentalmente per mirtilli.
Due persone sono state tenute in osservazione temporanea presso il Pronto Soccorso e sono state dimesse il giorno dopo, mentre tre persone sono state ricoverate presso il reparto di Medicina d'Urgenza. Una di queste è stata trasferita presso il reparto di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica per l'aggravarsi della sintomatologia. Attualmente quest'ultima persona risulta l'unico paziente ricoverato ed è in fase di miglioramento, tanto da essere già stato riportato nel reparto di Medicina d'Urgenza.
La Atropa Belladonna è una pianta a fiore (Angiosperme dicotiledoni) appartenente, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae. Il nome deriva dai suoi letali effetti e dall'impiego cosmetico. Atropo era infatti il nome (in greco:Ἄ-τροπος,cioè in nessun modo, l'immutabile, l'inevitabile) di una delle tre Moire che, nella mitologia greca, taglia il filo della vita, ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta può causare la morte. L'epiteto specifico belladonna fa riferimento a una pratica utilizzata che risale al Rinascimento: le dame usavano questa pianta come collirio per dare risalto e lucentezza agli occhi mediante le capacità dilatative della pupilla, un effetto detto midriasi e provocato dall'atropina contenuta nella pianta, che agisce direttamente sul sistema nervoso parasimpatico.
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