Maneschi: «Poco competitivo il Porto di Trieste. Ma non lascio lo scalo container»

Secondo l’operatore marittimo, «l’Authority non fa adeguata promozione e di conseguenza qui costa tutto più caro. Non c’è economia di scala. Ma non è un problema di persone»

TRIESTE Traffici in ripresa ma operatori decisamente insoddisfatti. Come si conciliano le due realtà e soprattutto qual'é il futuro del Porto di Trieste, almeno in una prospettiva a breve termine? A questi interrogativi prova a rispondere Pierluigi Maneschi, deus ex machina di un gruppo che conta diverse società e quasi 350 dipendenti, tra i quali i 58 ex soci della cooperativa Primavera (assorbiti dalla Delta-Uno dopo lo sciopero di fine maggio), ma soprattutto proprietario della Trieste marine terminal, società guidata da Fabrizio Zerbini e impegnata a gestire il Molo VII, terminal contenitori dello scalo triestino. Tmt é titolare di una concessione che potrebbe far gola a molte compagnie, tra le quali il colosso Maersk.

Maneschi, dal punto di vista del più grosso operatore del porto di Trieste, quale futuro del traffico per la scalo regionale?

«Il problema è l'organizzazione generale. Perché i traffici possano svilupparsi l'Authority deve sfruttare tutti gli strumenti a disposizione per rendere più efficienti i servizi. L'Est Europa deve essere raggiunto con servizi competitivi».

Sembra di capire che anche voi, al pari della maggioranza degli operatori portuali, non siate soddisfatti di quanto sta facendo l'Autorità portuale.

«No, non va bene, ma a prescindere dalle persone. La legge sui porti del 1994 viene sempre disattesa. Tanto per fare un esempio, dov'è la promozione dei traffici?».

Dunque anche per lei i problemi sono la scarsa promozione internazionale del porto e l'organizzazione generale, oltre a quelli legati ai collegamenti ferroviari?

«Nel porto di Trieste e tutto più caro perché non c'è economia di scala. E quindi non siamo competitivi».

In questi giorni la presidente dell'Authority Marina Monassi si è incontrata con alcuni rappresentanti di Maersk, il colosso mondiale delle compagnie di navigazione. Qual è stato, secondo lei, l'obiettivo dell'incontro?

«In realtà la presidente ha avuto un incontro con Ap Moeller, società del gruppo Maersk che si occupa di sviluppo dei terminal e di logistica. Non so per quale motivo si siano incontrati».

Sembra logico pensare che Maersk possa essere interessato alla Piattaforma logistica, oppure al Molo settimo...

«Io non ho mai pensato di vendere, perché il mio mestiere è l'operatore marittimo e della logistica. Già all'inizio della nostra avventura a Trieste, Evergreen aveva chiesto di poter entrare a far parte della società di gestione del Molo VII, ma per questioni legate alla concorrenza e di conseguenza a un buon servizio da fornire a tutti, l'Autorità portuale non era propensa a dare il controllo del terminal a una compagnia».

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