Mandato di cattura per l’ex ad di Luka Koper
LUBIANA. Il tribunale di Capodistria ha emesso un mandato di cattura internazionale contro Robert Casar, ex amministratore delegato di Luka Koper, la società che gestisce il porto di Capodistria. Casar è stato condannato in via definitiva a una pena detentiva di cinque anni e nove mesi che avrebbe dovuto iniziare a scontare una decina di giorni fa. Ma il 15 marzo l’imputato non si è fatto vivo al carcere di Dob dove avrebbe dovuto iniziare a scontare la pena. Né le autorità slovene sono riuscite a rintracciarlo, nonostante sulle sue orme ci fossero i poliziotti di quattro distretti differenti. Pertanto il tribunale di competenza, sospettando che il condannato possa trovarsi all’estero, ha deciso di emettere il mandato di cattura internazionale.
L’ex amministratore delegato di Luka Koper è stato condannato in via definitiva nel dicembre dell’anno scorso: i reati sono quelli di abuso d’ufficio e di corruzione per un caso di compravendite di terreni sul Carso nei pressi di Sezana destinati alla costruzione del centro logistico della società portuale di Capodistria. Con Casar sono stati condannati anche l’agente immobiliare Marjan Mikuz e l’ex deputato del Partito nazionale sloveno Srecko Prijatelj (che, per lo stesso “affare” ma per un altro reato, quello di estorsione, era stato già condannato a 5 anni e 2 mesi di reclusione, poi ridotti a 4 anni in sede di appello).
Questa la storia: Casar, in qualità di direttore della Luka Koper, aveva deciso l’acquisto di una sessantina di ettari di terreni carsici dall’agenzia immobiliare Premik-net, proprietà di Mikuz, per 65 euro a metro quadro, dopo che lo stesso Mikuz, in accordo con Casar, li aveva acquistati dai proprietari per soli 31 euro al metro quadro. Casar, in altre parole, avrebbe potuto chiudere l’affare per una cifra molto inferiore ma non l’ha fatto. Il motivo? Mikuz gli ha consegnato in due occasioni, prima 40mila e poi altri 50mila euro, la tangente per l’affare. La documentazione relativa ai versamenti in contanti effettuati da Casar sul proprio conto corrente è stata una delle prove chiave dell’accusa. Il mediatore, l’ex deputato Prijatelj, è invece finito in carcere per estorsione visto che non si era accontentato della “provvigione” concordata con Mikuz ma voleva molto di più.
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