Mancano gli sposi, annullate le Nozze carsiche

La manifestazione di Monrupino viene rinviata all’anno prossimo. Gli organizzatori: «È il segno della crisi economica»
Una passata edizione delle Nozze carsiche
Una passata edizione delle Nozze carsiche

TRIESTE. Una brutta notizia per i cultori del folklore e delle tradizioni popolari della provincia: la 27.a edizione delle Nozze Carsiche, programmata per la fine di agosto a Monrupino, non avrà corso. L’evento, che solitamente ha carattere biennale (l’ultima edizione è stata organizzata nel 2013), non apparirà dunque nel cartellone delle manifestazioni culturali e turistiche della prossima estate.

A causare la sospensione delle Nozze la mancanza di una coppia di sposi pronta a vivere in piazza il corteggiamento, l’addio al celibato, la consegna della dote e soprattutto il fatidico “sì” sull’altare del Santuario che domina l’Altipiano. Il Comune di Monrupino, tradizionale sede delle Nozze, perde dunque un appuntamento di assoluto rilievo, con le relative ricadute economiche che manifestazioni di questo tipo comportano.

Il ricco e affascinante rituale delle Nozze Carsiche attrae migliaia di turisti e appassionati del genere, coinvolgendo nei preparativi e nello svolgimento un’intera comunità. Le manifestazioni collaterali e le proposte enogastronomiche all’insegna della tipicità completano un’offerta turistica coinvolgente e variegata.

Un altro momento delle tradizionali Nozze carsiche
Un altro momento delle tradizionali Nozze carsiche

La manifestazione è nata nel 1968 e, anno dopo anno, grazie al lavoro del comitato organizzatore formato dalla Cooperativa Carso Nostro, dall’Associazione Kraski Dom e dall’amministrazione comunale di Monrupino, è diventata uno degli appuntamenti turistici più gettonati e apprezzati della provincia. Lo stop di quest’anno - i dettagli verranno forniti venerdì mattina dal comitato organizzatore in una conferenza stampa alle 9 nel Comune di Monrupino - è dovuto dunque alla mancanza di una coppia di sposi. Nonostante il tam tam di Comune, cooperativa e associazione, il comitato non è riuscito a trovare i protagonisti per la 27.a edizione. L’evento slitta al 2016, pertanto a due anni dal 50mo anniversario della manifestazione. «Ovviamente siamo dispiasciuti – fa sapere il sindaco di Monrupino Marko Pisani – ma d’altra parte non si fanno le nozze senza gli sposi. E noi abbiamo bisogno di tempo e certezze per organizzare in modo degno una manifestazione di alto profilo e significato come questa. C’è sicuramente amarezza per tale disguido ma è necessario essere realisti. Le Nozze carsiche coniugano seriamente tradizione e ritualità: noi organizzatori non vogliamo proporre surrogati che inficino la qualità della proposta».

«Il rinvio si è già verificato in passato, specie negli anni ’70 del secolo scorso – spiega Martina Repinc, già presidente di quella Cooperativa Carso Nostro al cui vertice oggi c’è l’assessore triestino Edi Kraus – e, non è casuale, capita proprio in tempo di crisi economica. I giovani si sposano sempre meno, basta recarsi in Comune e vedere quanto poche sono le partecipazioni pubblicate. I problemi della società si riflettono sui costumi, è inevitabile. E oggi i giovani convivono contenendo spese e cercando di far quadrare i conti». «Bisogna dire comunque che sono sempre state poche le coppie che hanno richiesto di partecipare alle Nozze – osserva Vesna Gustin, presidente di “Kraski Dom”, etnologa e animatrice della manifestazione».

È un copione collaudato nel quale si riconosce l’intera comunità slovena dell’Altipiano carsico. Protagonista assoluto il paese di Monrupino con le sue frazioni e, soprattutto, con i suoi cittadini, impegnati con entusiasmo a far rivivere un cerimoniale che risale all’Ottocento. «Tutti quelli che hanno vissuto questa esperienza – afferma la Gustin – conservano un ricordo indelebile di una settimana meravigliosa che richiede tuttavia impegno e dedizione. Il comitato organizzatore prende atto della situazione e rimanda tutto all’anno prossimo. Inutile tentennare o cimentarsi in altre proposte, è giusto rimanere nel solco della consuetudine e della tradizione».

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