Mancano anestesisti. Liste d’attesa di due anni
Due anni di attesa, a sentire i racconti dei pazienti. Il caso investe il dipartimento di Ostetricia e ginecologia. Per un intervento come la colpoisterectomia, l’asportazione dell’utero per via vaginale su chi soffre di prolasso, molto frequente tra gli anziani, il tempo stimato al Burlo è lungo. La patologia può comportare gravi limitazioni fisiche come l’impossibilità di camminare. Ma al momento, in lista, risulterebbero circa 200 pazienti. Analoga situazione per gli interventi alla vescica, per i quali sono necessari esami come l’urodinamica: ci vogliono mesi. Per risolvere i due problemi, si calcola che il reparto dovrebbe operare due pazienti al giorno per cinque giorni la settimana. Servirebbero quindi dagli otto ai dieci mesi in tutto. Ma i medici dovrebbero dedicarsi solo a questo, tralasciando il resto della parte chirurgica: emorragie, tumori e interruzione di gravidanze.
La precedenza, naturalmente, è data alle urgenze. L’intasamento e l’incapacità di gestire il fabbisogno deriva sostanzialmente dal numero insufficiente di anestesisti. Una funzione che il personale che lavora in via dell’Istria ritiene «pesantemente sottodimensionata». Basta consultare il sito internet del Burlo: quattordici anestesisti, di cui due nuovi assunti, chiamati a coprire le sale operatorie per la chirurgia pediatrica, l’oculistica, l’ortopedia, l’odontostomatologia e, appunto, la ginecologia. Non solo. Da quanto si è saputo dal personale, gli anestesisti devono far fronte anche ai turni in rianimazione e all’anestesia d’urgenza per l’ostetricia. Oltre l’analgesia peridurale applicata alle donne sulla colonna vertebrale per i parti senza dolore durante il travaglio.
Il Burlo, va ricordato, ha sempre due medici ostetrici e due anestesisti in caso di emergenze per le gravidanze giudicate ad altro rischio. Tuttavia, per le eventualità più gravi, a causa dell’insufficienza di letti in rianimazione che sono stati ridotti, l’ospedale deve appoggiarsi a Cattinara. Altre criticità sulle liste d’attesa risultano in Ortopedia: i bambini con i piedi piatti, ad esempio, non vengono più operati a Trieste. Come quelli con problemi oculistici (correzione di strabismi, cataratte). In Odontostomatologia pediatrica, ancora, ci vogliono mesi per curare un ascesso dentale. Sono solo alcuni esempi, in cui rientra pure l’Otorinolaringoiatria per un’asportazione di tonsille. Disagi emersi in più riprese nel corso delle riunioni tra primari: si chiede il coordinamento con gli altri ospedali minori della regione a cui delegare gli interventi più di “routine”, in modo da liberare risorse ed energie per l’alta specializzazione. (g.s.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo