Manca l’assicurazione, l’Ursus resta fermo
Slitta il previsto trasloco del pontone nel bacino Fincantieri: riparazioni e restyling devono attendere. Serve una copertura ad hoc: l’emergenza rallenta la stipula
L'Ursus
TRIESTE Il trasferimento dell’Ursus slitta. La vecchia gru dovrà rimanere ormeggiata in Porto vecchio almeno fino alla prossima settimana. Il trasloco nel bacino della Fincantieri, deciso dall’Authority per riparare le falle dello scafo e per altri interventi di ristrutturazione più massiccia, era in programma in questi giorni. Ma è stato rimandato per motivi amministrativi: lo spostamento necessita infatti di una copertura assicurativa ad hoc. E non è così immediato stipularla. Ci vuole tempo, tanto più in questo periodo in cui l’attività di imprese e uffici è ridotta all’osso a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
«Proprio così – spiega Fabio Rizzi, direttore di Porto Trieste Servizi srl ed ex responsabile della sicurezza dell’Autorità portuale – gli operatori locali non stipulano polizze adatte, quindi bisogna ricorrere a compagnie che si trovano in altre piazze italiane o all’estero. Al momento – chiarisce – sono in corso contatti per definire l’operazione. Serve infatti una copertura specifica per il trasferimento in cantiere di un mezzo che non è una nave, ma un galleggiante e che rappresenta un rischio di un certo rilievo. In linea generale trovare una compagnia adatta non è di per sé problematico, non fosse che in questi giorni è tutto chiuso o quasi. Le procedure sono quindi più lente. Ma – conclude Rizzi – la prossima settimana dovremmo farcela».
Secondo le previsioni la gru sarà spostata in arsenale, nel bacino della Fincantieri. Il restauro in programma servirà innanzitutto per aggiustare le due falle che nelle scorse settimane avevano fatto imbarcare acqua: le infiltrazioni erano penetrate lentamente invadendo parte del pontone, compresa la sala macchine.
La storica gru aveva rischiato concretamente di affondare. Ma il pronto intervento degli addetti dell’Authority, dei Vigili del fuoco e della Capitaneria avevano evitato il peggio con un primo intervento di emergenza: il pompaggio dell’acqua penetrata a bordo e la riparazione degli squarci con alcune piastre. La prima delle due spaccature dello scafo era stata rintracciata con facilità, mentre per individuare la seconda erano serviti più tempo e l’impiego dei tecnici subacquei. Ma erano soltanto rattoppi, propedeutici a un restyling più importante.
Saranno i rimorchiatori a trainare l’Ursus nel bacino Fincantieri: due miglia di mare, grossomodo, per un totale di circa una quarantina di minuti. Il pontone approderà quindi nella zona dello specchio di mare su cui si affaccia la Torre del Lloyd. Per il trasloco, infine, serve anche un certificato di trasferibilità navale (richiesto dalla Capitaneria ed emesso da un istituto ad hoc), accompagnato dalle prescrizioni su modalità tecniche e misure da rispettare per le delicate operazioni di movimentazione. —
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