Manca il numero legale, salta il voto in aula sulle azioni Hera
«La maggioranza è diventata minoranza come le azioni di Hera». Marino Sossi, capogruppo di Sel, non rinuncia alla battuta. «È finita» sentenzia alle 20.40 quando la maggioranza, costretta a guardarsi allo specchio da Alessia Rosolen (Un’Altra Trieste), scopre di non avere i numeri. In tutti i sensi.
Prima di tutto quello legale. Mentre l’assessore Matteo Montesano illustra il piano di razionalizzazione delle società partecipate legata alle legge di stabilità 2015 (la delibera che precede quella “clou” di Hera), l’opposizione quatta quatta si accomoda fuori e dentro l’aula restano in 19, inclusa la consigliera di Un’Altra Trieste. Insufficienti. Alla seconda conta rientra la consigliera del Pd Tiziana Cimolino (presente nonostante il maldipancia che gli causa la delibera di Hera) ma esce Alessia Rosolen. Il numero resta invariato: 19. Pochi.
Ventuno è il numero legale. E quindi tutti a casa con congruo anticipo sulle previsioni (il Consiglio comunale era ormai rassegnato alle ore piccole e al doppio gettone). E azioni Hera salve per un altro paio di giorni.
Il Consiglio comunale è stato riconvocato per lunedì alle 18. Non senza conseguenze come fa sapere il presidente Iztok Furlanic: «È un po’ seccante, ma siamo costretti a rimandare la seduta straordinaria sulla vicenda del Burlo con l’assessore regionale Maria Sandra Telesca». Non ci sono alternative.
A memoria è la prima volta, in questa consiliatura, che un Consiglio salta per la mancanza del numero legale mancando un appuntamento importante come quello sulla delibera madre di tutti i cantieri («Senza quella si chiudono gli spazi finanziari per le opere in corso» ha spiegato Montesano). «Non è colpa di Sel. Noi eravamo tutti presenti» mette le mani avanti Sossi che era pronto a votare contro la delibera Hera. «L’opposizione ha fatto il suo lavoro. È la maggioranza che deve garantire il numero legale. Mancavano diversi tra quelli favorevoli alla delibera. Molti del Pd», infierisce Furlanic che era pronto a votare contro assieme alla Federazione della sinistra.
In aula si è notato lo sconcerto sul volto dell’assessore Antonella Grim che è anche segretario regionale del Pd. E ovviamente l’”incazzatura” cosmica mista a delusione del sindaco che si era preparato tutto un discorso pieno di numeri per convincere anche la sinistra sulle buone azioni Hera. «Mancavano alcuni dei nostri per vari motivi, tra cui la malattia. I lavori del consiglio potevano continuare comunque. Ma evidentemente all'opposizione va bene così» commenta con rammarico il consigliere Pd Aureo Muzzi, che ormai fa le veci del capogruppo Toncelli. Resta la sensazione di una maggioranza modello Brancaleone. «Come si fa a non verificare di avere il numero legale quando c’è in discussione una delibera del genere» affonda il colpo Alessia Rosolen.
Una serata inutile? Non del tutto. Prima che venisse a mancare il numero legale. è stata approvata all’unanimità dei presenti (39 voti) una mozione che chiede all’amministrazione immediate verifiche sull’appalto delle pulizie che include anche quelle dell’aula comunale (15 minuti di tempo). I lavoratori delle cooperative, presenti in aula e con un presidio davanti al municipio assieme al sindacato Ugl, hanno ricevuto delle lettere di contestazione dopo aver subiti tagli alle ore e agli stipendi del 50%. Parliamo di 10/12 bagni da pulire in un’ora e tre quarti. Turni di lavoro di 15 minuti per ripulire il centro civico di via Giotto. Pazzesco. «Ho visto una busta paga da 4 euro» assicura il capogruppo di Forza Italia Everest Bertoli che ha presentato la mozione. Cose, insomma, che voi umani non potete neppure immaginare... Altro che le azioni Hera.
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