Manca il cibo, chiude la mensa della polizia
TRIESTE “Mensa chiusa per mancanza di alimenti”. Questo il cartello che lunedì hanno trovato gli agenti di Polizia che speravano in un pasto caldo. Una situazione che va avanti da alcune settimane nella mensa di San Sabba, riferimento anche per la Questura, e che i sindacati hanno deciso di denunciare in modo compatto. Michele Tarlao, della Silp Cgil, spiega che «la qualità e la quantità del cibo nelle mense di servizio della Questura e della Scuola allievi è peggiorata notevolmente e addirittura, come segnalato prima delle vacanze estive, il servizio viene garantito a “singhiozzo” a causa della mancata corresponsione degli straordinari ai lavoratori della società appaltante».
La gestione è dell’azienda Gemeaz, con sede a San Biagio di Callalta, una controllata della “milanese” Elior, che al momento preferisce non commentare. La ditta lavora in proroga ad un appalto per tutto il Nord Est (lotto 2) che inizialmente doveva terminare a fine aprile 2018. La mensa di San Sabba serve mediamente dalle 50 alle 80 persone - a seconda dei periodi e dei turni - mentre alla scuola allievi si parla di circa 300 pasti a cui vengono aggiunti i “dirottamenti” qualora San Sabba non sia operativa. Oltre al disagio si aggiunge anche la difficoltà visto che gli orari, fino alle 20, sono poco compatibili con l’attività degli operatori in servizio effettivo.
Al problema degli straordinari non pagati ai lavoratori si aggiunge anche quello delle derrate alimentari, come evidenzia Edoardo Alessio, segretario provinciale Ugl Polizia, «da mesi stiamo denunciando una situazione di inadempienza multipla, che passa da problemi di pulizie dei locali, al mescolamento delle funzioni con possibili contaminazioni di cibo e ora anche alla mancanza di rifornimenti. Ora bisogna assolutamente prendere posizione per far sì che queste situazioni non si ripetano e vengano rispettati i contratti di appalto, pagati con soldi pubblici». Enrico Moscato e Domenico Dragotto, rispettivamente segretario generale di Trieste e segretario regionale del Coisp, rimarcano di «aver avuto martedì un incontro con il Questore, che ha assicurato il suo interessamento per risolvere la problematica mandando il personale alla Scuola allievi e dando la possibilità agli operatori di poter usufruire del pasto presso esercizi convenzionati».
Secondo Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap, «questo “disservizio” è frutto di politiche volte a concedere gli appalti al ribasso, ritenendo che certi servizi, come ad esempio le mense e le pulizie degli uffici di Polizia, debbano necessariamente essere sempre e comunque garantiti». I sindacati in ogni caso rimarcano l’impegno dei vertici della Questura per cercare di risolvere il problema che colpisce in particolare gli operatori mandati da altre regioni per servizi straordinari come il controllo sui confini. Infine Tarlao lancia anche un invito alle altre sigle e alla politica: «Forse prima di continuare ad invocare l’Esercito e personale aggregato andrebbe affrontato seriamente il problema della loro sistemazione, per la quale, chissà, anche la Regione Fvg ed i vari Comuni potrebbero farsi carico». —
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