Manager della Telit rinviato a giudizio per evasione fiscale
di Claudio Ernè
«Con questo fisco le imprese italiane perdono competitività».
Lo aveva detto in una intervista di qualche anno fa Oozi Cats, 50 anni, il manager israeliano che tra il 2003 e il 2005 è riuscito a rilanciare la “Telit” di Sgonico, portandola nel ristretto gruppo della aziende leader del comparto delle comunicazioni a distanza. In primo luogo tra i progettisti e produttori di sistemi d’allarme “machine to machine”.
Ora col fisco e con le leggi fiscali italiane Oozi Cats deve forzatamente e dolorosamente fare i conti. Secondo l’inchiesta diretta dal pm Federico Frezza, il manager ha omesso di dichiarare gran parte dei propri stipendi del 2008 e del 2009.
Nella dichiarazione del 2008, Oozi Cats, come dipendente della T.W.S. srl, ha percepito un milione di euro ma ne ha dichiarati, secondo l’accusa, solo 164.730, avvalendosi del cosiddetto “reddito convenzionale”. In sostanza aveva sostenuto di aver lavorato esclusivamente all’estero e non in Italia. Al contrario gli investigatori della Polizia Tributaria hanno scoperto che nel 2008 aveva operato nel nostro Paese per 139 giorni.
La contestazione coinvolge anche l’anno successivo, il 2009 nel corso del quale Oozi Cats aveva percepito 664 mila euro di emolumenti ed avvalendosi della stessa clausola “impropriamente” applicata anche l’anno precedente, aveva dichiarato solo 160.137 euro.
«Ho lavorato all’estero - aveva sostenuto nella dichiarazione dei redditi. Invece i militari dalla Guardia di Finanza hanno scoperto - non si sa se grazie ad intercettazioni telefoniche e relativi tabulati - che per 143 giorni aveva lavorato nel nostro Paese.
Complessivamente la Procura della Repubblica contesta al manager israeliano di avere evaso nel 2008 imposte italiane per 346 mila euro e nel 2009 per 217 mila. In totale 663 mila euro. Per la nostra legge è reato e a breve scadenza Oozi Cats sarà processato.
Il pm Federico Frezza ne ha infatti già disposto il rinvio a giudizio davanti al Tribunale in composizione monocratica. Il giudice incaricato è Paolo Vascotto. Già citati anche i testimoni d’accusa: sono tutti finanzieri in servizio al Gruppo tutela entrate - Sezione verifiche complesse.
Oozi Cats sarà difeso dagli avvocati milanesi Anna Lago ed Ennio Amodio. Quest’ultimo è titolare di un prestigioso studio di via Cesare Battisti ed è assurto più volte alla ribalta non solo nazionale per essere stato difensore dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di Cesare Geronzi, già al vertice delle Assicurazioni Generali e di Mediobanca.
Va aggiunto che Oozi Cats da tempo aveva pubblicamente sostenuto di “sentirsi bersagliato dal fisco italiano e dalla burocrazia”. Lo aveva rivelato a più di un giornalista che poi aveva riferito di queste “preoccupazioni” dell’uomo leader della “Telit”, scrivendone in un articolo.
«Giudico incomprensibile il fisco italiano e non capisco perché il governo non riesca a mettere in campo una politica economica volta ad attrarre investimenti dall’estero, gli unici in grado di rilanciare la crescita attraverso l’immissione nel sistema di risorse nuove e costo zero» aveva tuonato Oozi Cats. Nella stessa intervista aveva anche proposto un altro tema che coinvolge lo stabilimento di Sgonico. «Devo anche considerare, come mi ricorda spesso il mio direttore finanziario che il capitale della nostra azienda è costituito da 450 cervelli. Questo capitale potrebbe stare ovunque nel mondo. A quattro chilometri dalla nostra sede di Sgonico c’è la Slovenia, che non è un paradiso fiscale, ma un Paese normale. Spostarsi lì, significherebbe non perdere nemmeno un ingegnere ma poter operare con regole chiare»
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