Malore fatale, vittima un dirigente di banca di Trieste
TRIESTE Lascia una moglie e due figlie il cinquantaseienne deceduto domenica pomeriggio al Ferdinandeo a causa di un malore improvviso. Francesco Garlatti, di professione funzionario di banca, era assieme al cane. Probabilmente è stato stroncato da un infarto. L’uomo, come riferisce chi lo conosceva, in passato aveva avuto seri problemi al cuore, dopo i quali si era pian piano rimesso. Per questo non era solito ora praticare attività fisica intensa. Più che fare jogging, dunque, è probabile che stesse semplicemente passeggiando con il cane al guinzaglio, come tanti al Ferdinandeo, in una domenica di primavera fresca peraltro di sblocco della quarantena. Un dramma che ha letteralmente scioccato familiari e amici.
Francesco Garlatti era un dirigente dell’Unicredit, un “senior banker” della rete commerciale del gruppo per l’area triestina. Aveva il suo l’ufficio al terzo piano della filiale di piazza Benco, il palazzo all’angolo con Corso Italia. Era a capo della sezione che si occupa dei finanziamenti alle imprese, oltre che dei prestiti personali ai privati. «Stiamo parlando di una bellissima persona – racconta un collega – e non è un modo di dire. Francesco era davvero un uomo splendido che tutti apprezzavamo. Quando abbiamo saputo cosa è successo siamo rimasti sconvolti. E non solo noi, ma anche i clienti. Oggi (ieri, ndr) qui in banca hanno telefonato in tanti per sapere se fosse realmente lui, visto che le iniziali e l’età pubblicate dal giornale corrispondevano. Non è stata una giornata semplice, per noi. Comunque – continua il collega – da quanto sappiamo aveva già avuto un infarto, una volta. Quindi conduceva una vita sana e regolare, ma proprio perché aveva avuto problemi cardiaci non faceva attività tali da sottoporre il suo fisico a particolari sforzi. Non ci risulta che andasse a correre. Crediamo che domenica fosse andato solo a fare due passi, a prendere un po’ d’aria al parco e a portare il cane». Garlatti si è accasciato a terra attorno alle cinque e mezzo. I testimoni riferiscono che l’uomo inizialmente è stato soccorso da un’infermiera che stava passando in quel momento nelle vicinanze. Poco dopo sono arrivate l’ambulanza, l’automedica e una pattuglia dei Carabinieri. I sanitari del 118 hanno tentato di rianimare l’uomo sul posto, in ogni modo, e così anche durante il tragitto verso l’ospedale. La manovre di rianimazione cardiopolmonare sono proseguite a Cattinara alla presenza di un cardiologo. Ma non c’è stato nulla da fare.—
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